
Questa vettura fu un prototipo vincente negli anni 60. Gareggio in diverse corse europee. Nacque con la collaborazione dell’Alfa Romeo. Infatti, è anche grazie alla casa del biscione che questa piccola auto venne alla luce. Il progetto venne affidato all’ingegnere Mario Colucci.
La vettura originale montava un quattro cilindri bialbero della Giulietta Sprint Veloce. Ridotto di cilindrata a 958 cc. Il motore erogava una potenza di 88 CV. La carrozzeria venne disegnata da Bertone e il telaio era tubolare. Il peso si attestava sull’ordine dei 640 kg, un peso piuma.
Nel 1966 però Carlo Abarth la stravolse volendola migliorare per farla ancora più vincente. Il motore passo a 105 CV e diventando un bialbero da 982 di cilindrata. Scese ancora di più il peso arrivando addirittura a 480 kg. Poteva raggiungere velocità superiori a 220 km/h, che per l’epoca era davvero tanto. Per ottenere l’omologazione per entrare a far parte del gruppo 6, ne vennero prodotte solo 50 esemplari.
Tra i risultati più prestigiosi vanno ricordate le vittorie di classe alla 500 km del Nürburgring nel 1966, terzo posto assoluto, e alla 1000 km di Monza nel 1968.

L’idea era venuta già nel 2009, quando il gruppo penso a un’auto sportiva biposto che ricordasse la 1000 SP, ma rimase solo nei pensieri. Si concretizzò però il progetto dell’Alfa 4C.
Oggi, a 55 anni esatti, rinasce grazie alle officine Fiat Heritage in una versione “one-off”. Il motore sempre in posizione centrale. Ha una cilindrata di 1.742. Sviluppa una potenza di 240 CV. Roll-bar a vista e carrozzeria spider portano il pensiero agli anni passati. Infatti, è rivista per il mondo moderno, ma le linee di pensiero sono quelle originali, leggerezza, giusta potenza e aereodinamica.
L’auto sarà visibile, all’occhio di ogni appassionato, già nel prossimo autunno quando parteciperà ad alcune manifestazioni storiche.
Ultimamente dopo la fusione in unico gruppo chiamato Stellantis, si sentono sempre più voci di possibili novità in stile “antico”. La Lancia Delta, la Fulvia, le Alfa. Questa Abarth 1000 SP “one-off” è magari un piccolo passo verso una nuova direzione.