Siccome le due Alfa Romeo – Stelvio e Giulia non si vendono – in compagnia di Maserati che proprio non si riprende, allora Stellantis chiude ancora Cassino, storico sito laziale in provincia di Frosinone. D’altronde, inutile produrre auto che non vanno, perché resterebbero nei piazzali per mesi o anni. Stop da giovedì della prossima settimana fino al 24 febbraio 2025. Dopo le ferie natalizie, l’attività era ripresa il 27 gennaio 2025. Se fossero vere le indiscrezioni di fonte sindacale secondo cui le porte non si apriranno sino al 28 febbraio, i giorni di lavoro tra gennaio e febbraio sarebbero 18 su 41. E la fabbrica, nei pochi giorni di apertura, lavora da un anno su un solo turno, quello del mattina: i 2.500 dipendenti dell’impianto ruotano.
Dopo un 2024 drammatico, un 2025 da paura
Cassino nel 2024 s’è stoppata 60 giorni con il contratto di solidarietà, già prolungato fino alla fine di aprile 2025. Produzione a meno 26.850 unità, -45% sul 2023. Servirebbe un modello di alta gamma già previsto in aggiunta alle programmate nuove versioni di Stelvio (2025) e Giulia (2026). Ma non ci sono date. Enorme preoccupazione fra sindacati e lavoratori tutt’intorno al Comune di Piedimonte San Germano. Pare sia trascorso un secolo da quando – con l’uscita della Giulia – la produzione è stata cinque volte l’attuale, con 2.000 dipendenti in più: era il 2017. Il piano di Stellantis prevede l’arrivo della nuova piattaforma STLA Large, sulla quale verranno ingegnerizzati le nuove Stelvio (2025) e Giulia (2026).

I meravigliosi anni 1970 e 1980
Attivo dal 1972, nel corso degli anni da Cassino sono usciti 7 milioni di vetture per Fiat, Lancia e Alfa Romeo. In particolare Fiat 126 (4,6 milioni di unità prodotte), 131 (1,5 milioni), Ritmo (2 milioni), Tipo. Nel 1978, quando nello stabilimento arriva il Robogate Comau, ecco un sistema automatizzato di assemblaggio che velocizza la produzione automobilistica dell’epoca: boom Fiat Ritmo (1978) e la Regata (1983). Nel 1988, la Fiat Tipo, notevole. Macchine a prezzo basso per l’italiano medio senza grosse pretese. Stile Fiat, con fantasia, creatività, lungimiranza. Nel 2007, la Fiat Bravo di seconda generazione riscuote un buon successo. Nel 2016, l’Alfa Romeo Giulia, poi la Stelvio, con notevoli investimenti. Ora la crisi da brivido.