L’auto in Italia è una disgrazia mondiale. Il nostro parco vetture, così vecchio, pericoloso e inquinante, è un’insidia pubblica per il pianeta Terra: queste macchine vetuste sono più a rischio incidente ed emettono una quantità abnorme di anidride carbonica. La famigerata CO2, climalterante.
Numeri pessimi
Stando all’Unrae (Case estere), la media è di 12,8 anni, +60% in 15 anni. In quanto al mercato del nuovo, siamo a 1.565.000 unità nel 2024, con un 2025 simile. La quota di auto elettriche è da Quarto Mondo, col 4%. Contro una media europea del 14,8% (compresi Efta e UK). Perché? I soldi ci sono: con un indice Pil pro-capite a 97, noi precediamo sette Paesi dove si vendono più full electric. E gli ecobonus fanno poco. È che mancano colonnine veloci. La diffusione della rete di ricarica è sotto la media europea (indice 11 contro il 16,4 Ee+Efta+UK): 15esimo posto. Pesa inoltre il costo troppo elevato dell’energia elettrica. Insomma, fare la ricarica è uno stress. Discorso a parte per i favolosi Tesla Supercharger.

La ricetta Unrae
- Piano di sostegno pluriennale 2025-2027 per auto e commerciali a zero e basse emissioni.
- Fondo ad hoc pluriennale per veicoli industriali con emissioni zero.
- Politica infrastrutturale premiante per le nuove tecnologie (elettrico, idrogeno, digitale, riciclo componenti).
- Revisione della fiscalità per le auto aziendali con “indirizzo green”.