L’Autobianchi Y10 Turbo appartiene a una categoria di vetture che non infondono grande tranquillità. Il fatto è che 85 cavalli di potenza, erogati con le scariche di coppia improvvise dei vecchi turbo, sono troppi su una piccola utilitaria, nata fondamentalmente per una missione diversa da quella prestazionale. Vero è che sulla versione sovralimentata ci sono degli accorgimenti specifici, come un assetto più sportivo e degli pneumatici più generosamente dimensionati, ma restano i limiti di partenza, come le carreggiate strette, il passo corto e il baricentro alto, che non aiutano la sicurezza attiva di un modello pimpante come questo. Il peso contenuto fa il resto.
Con un turbo-lag meno accentuato le cose sarebbero andate meglio, ma in quegli anni la sovralimentazione era brutale nelle sue note espressive. Cuore pulsante della Y10 Turbo era un motore a 4 cilindri in linea da 1050 centimetri cubi di cilindrata, in grado di sviluppare i già citati 85 cavalli di potenza a 5750 giri al minuto e una coppia massima di 122,6 Nm a 2750 giri al minuto. Notevoli le prestazioni, rispetto al segmento di appartenenza, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 9.5 secondi e una velocità massima di 180 km/h.
L’Autobianchi Y10 Turbo incarna lo spirito degli anni ottanta. Era una delle bombe in formato ridotto di quel periodo storico. Sul piano estetico, poche erano le differenze rispetto alle sorelle più tranquille, dotate di motore aspirato. Le variazioni più marcate si trovavano nei paraurti, qui più corposi. Anche le minigonne e i cerchi specifici facevano la differenza, ma si notavano meno nella tela grafica generale. Il look comunque era più incisivo. Base di partenza, sul fronte propulsivo, fu il motore della Y10 Touring, sottoposto a una cura dopante, a base di steroidi. La principale modifica fu l’aggiunta di un turbocompressore IHI con intercooler. Mica poco! Anche l’abitacolo ricevette un allestimento più specifico e sportivo, che segnava lo stacco col resto della gamma.
