Biden contro la Cina: in arrivo nuovi dazi sulle auto elettriche

L’amministrazione Biden sta valutando l’aumento dei dazi alla Cina per quanto riguarda le auto elettriche.
Flags decorate the National Mall area in Washington, D.C., Jan. 20, 2021. National Guard Soldiers and Airmen from several states have traveled to Washington to provide support to federal and district authorities leading up to the 59th Presidential Inauguration. (U.S. Air National Guard photo by Master Sgt. Matt Hecht)

Non solo l’Europa si preoccupa per l’avanzata della Cina, ma nei prossimi anni Pechino mira a diventare sempre più una superpotenza anche nell’industria automobilistica, consapevole di avere delle carte importanti da giocare. La politica efficace sulle vetture elettriche avviata anticipando le controparti occidentali promette un futuro luminoso. Gli Stati Uniti potrebbero adottare contromisure simili. I funzionari dell’amministrazione Biden stanno valutando la possibilità di modificare i dazi su circa 300 miliardi di dollari di beni introdotti durante l’era Trump.

Attualmente, le BEV (Battery Electric Vehicle) prodotte in Cina sono soggette al 25 per cento di dazi, oltre al 2,5 per cento su tutte le importazioni di veicoli. Tuttavia, in futuro, il governo potrebbe aumentare i dazi su vari prodotti solari cinesi e sulle batterie delle BEV. In risposta, alcuni beni provenienti dalla Cina potrebbero ricevere uno sgravio, considerandoli meno cruciali.

Cina, gli Stati Uniti passano al contrattacco: la presidenza Biden è tentata ad aumentare i dazi sulle auto elettriche provenienti da Pechino

Bandiere Stati Uniti

La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha descritto al Wall Street Journal il rapporto economico e commerciale bilaterale con il Paese orientale come “strategico, ponderato e deliberato”. Questa direzione è stata evidente con l’Inflation Reduction Act (IRA), che mira ad incentivare la produzione interna senza dipendenza dalla Cina. A partire dal 1° gennaio 2024, saranno introdotti vincoli più rigorosi per ottenere il pieno credito fiscale di 7.500 dollari. Pechino, ovviamente, non ha accolto con favore questa decisione. Lo ha messo in chiaro l’ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Xie Feng, durante un recente evento.

BYD Song L

Analogamente alle critiche rivolte verso l’Unione Europea, la Cina ritiene che ci sia un atteggiamento proibizionista quando invece il mercato dovrebbe avere l’ultima parola, senza interferenze esterne. Al momento, l’organo politico sta conducendo un’indagine antidumping. Le parti temono un simile scenario a quanto accaduto in passato nel settore fotovoltaico, in cui i sussidi cinesi hanno messo in difficoltà le start-up europee.

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