BMW M1, una supercar “italiana” nata a Monaco

Riflettendo un attimo sui costruttori di supercar che vengono in mente immediatamente, non si penserà subito alla BMW. Alla fine degli anni ’70, la casa automobilistica tedesca, però, sviluppò una delle auto a motore centrale più interessanti di tutti i tempi. L’intenzione iniziale era quella di sostituire le vecchie auto da corsa 3.0 CSL arrivavano dalla divisione “Motorsports” di BMW. La M1 doveva rappresentare un’auto da corsa Gruppo 4 all’avanguardia. Tra i requisiti per renderla registrabile, serviva una produzione totalmente BMW. E almeno 400 vetture.

Non vuol dire, però, che la BMW abbia sviluppato l’intera vettura da sola. Si può sostenere senza paura di esagerare che la M1 sia “un progetto italiano”. La Lamborghini stessa fu coinvolta per sviluppare il telaio. Gianpaolo Dallara (ex dipendente Lamborghini) progettò le sospensioni e Giorgetto Giugiaro era responsabile dello stile della carrozzeria in fibra di vetro. Sembra una “bella squadretta” quella di partenza per il progetto di un’auto convincente. Si è andati ben oltre. 

Il cuore pulsante della M1 era il motore sei cilindri DOHC da 274 CV, 3,5 litri, abbinato a un cambio manuale a cinque marce. Solo i problemi finanziari della Lamborghini causarono l’interruzione dello sviluppo dopo la costruzione dei primi prototipi, quindi subentrò Marchesi, un telaista modenese. L’azienda tedesca Baur ha supervisionato l’assemblaggio finale a Stoccarda.

All’inizio del 1979 iniziò finalmente la produzione, ma il prezzo elevato della produzione e la decisione della BMW di non portarla alle corse automobilistiche significò anche vendite più lente. Vennero costruite 397 auto stradali M1, insieme a 53 auto da corsa, la maggior parte come auto di supporto a eventi più grandi. La produzione della BMW M1 si è fermata nel 1981.

Anche se correre era l’intento iniziale e principale, la M1 non lo fece realmente. Alcune auto del Gruppo 4 arrivarono con motori da 470 CV, interni sventrati e finestrini in plastica leggera. Le auto, però, erano troppo pesanti per essere competitive, essendo basate su auto stradali. La serie Procar era una creazione di BMW Motorsports con un aspetto fantastico, ma senza un vero futuro nelle corse per il loro utilizzo.

Questo modello ha subito la presenza ingombrante di tante altre supercar nelle collezioni degli appassionati, spesso anche sottovalutate. Oggi ci vogliono centinaia di migliaia di dollari per poterne possedere una. La maggior parte di questi esemplari si trovano in Europa, com’è prevedibile, ma è difficile averne una. E soprattutto, è importante che qualcuno di davvero competente si occupi di una eventuale manutenzione di un gioiello raro come questa BMW.

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