BYD aprirà il suo secondo stabilimento europeo nel 2025? Dipende dalla Seagull

BYD potrebbe aprire una seconda fabbrica di produzione in Europa in base alle vendite registrate nel Vecchio Continente.
BYD Sea Lion 07

Dopo aver avviato i lavori del suo primo stabilimento europeo in Ungheria, la casa automobilistica cinese ha fatto sapere che prenderà una decisione su una seconda potenziale fabbrica europea nel 2025. A confermarlo è stato Michael Shu, amministratore delegato di BYD in Europa, durante la conferenza Future of the Car del Financial Times.

BYD potrebbe aprire una seconda fabbrica di produzione in Europa nel 2025

BYD nave cargo

Il destino della seconda fabbrica europea di BYD è legato, ovviamente, alla vendite dei veicoli del brand cinese nel Vecchio Continente. Se l’azienda riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati, allora potrebbe aver bisogno di una secondo stabilimento per soddisfare le richieste dei clienti. Tuttavia, è ancora presto per sapere dove sorgerà la nuova fabbrica, ma ricordiamo che negli ultimi mesi l’azienda cinese ha discusso con il Governo italiano. Non è escluso, quindi, che l’azienda possa investire anche in Italia in futuro.

Michael Shu, durante la conferenza, ha dichiarato: “Vogliamo raggiungere una posizione di leadership entro il 2030. Siamo molto fiduciosi”. Lo scorso anno l’azienda ha consegnato più di 3 milioni di veicoli, sebbene la maggior parte in Cina. Con la nuova fabbrica in Ungheria, le vendite nel Vecchio Continente potrebbero aumentare a dismisura, mettendo in seria difficoltà Tesla e altre case automobilistiche europee.

BYD Seagull

Il motivo è ovviamente legato ai suoi prezzi competitivi rispetto alla concorrenza. Uno dei primi modelli di BYD che potrebbe sbarcare in Europa è la Seagull. La versione europea di questo modello potrebbe avere un costo inferiore ai 20.000 euro, mentre in Cina viene proposta a meno di 10.000 euro al cambio attuale. Questo modello, che ha una lunghezza inferiore a 3,8 metri, potrebbe essere perfetta per le città italiane e dar “fastidio” alle city car italiane ed europee del Gruppo Stellantis e Renault. Non ci resta altro che attendere ulteriori novità in merito alle decisioni della casa automobilistica.

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