La cinese CATL cala il poker: intende aprire la quarta fabbrica di batterie auto elettriche in Europa. Lo ha detto il vicepresidente di Contemporary Amperex Technology Co. Limited, Pan Jian, al World Economic Forum di Davos. Il colosso orientale degli accumulatori al litio ha in mente di creare un sito in joint venture con costruttori automobilistici entro il 2025.
Fame di lavoro
Come sempre in questi casi, si forma la coda di governi europei che cercano accordi coi cinesi. I quali portano occupazione diretta e a livello di indotto, una ventata di aria fresca in un periodo drammatico per l’automotive del Vecchio Continente. Lo sa bene l’Ungheria, che ha stretto accordi con BYD. Ma anche la Spagna, in trattative con varie Case del Dragone.

Le altre tre Gigafactory CATL
Quindi, saranno quattro in tutto. Una, in collaborazione con Stellantis, l’impianto a Saragozza, sarà dotata di una capacità di 50 GWh l’anno grazie a un investimento di 4,1 miliardi di euro per ciascuna delle due parti. Obiettivo, sfornare accumulatori agli ioni di litio con catodo al litio-ferro-fosfato (LFP): costano meno dei classici nichel-manganese-cobalto (NMC). Così, le auto elettriche con batterie LFP dovrebbero avere un listino inferiore. E attrarre più clienti. In quanto alle altre due fabbriche, sono una in Germania e una in Ungheria. Un contributo al record mondiale: nel 2024 ha prodotto in Cina batterie per 246,01 GWh (+47,2% sul 2023), per una quota del 45,5%. Un boom dovuto pure all’enorme bacino di talenti nell’ingegneria del software, alimentato nel tempo dall’industria degli smartphone. Infatti, i cinesi sono i numeri uno anche per l’intrattenimento di bordo e l’assistenza alla guida.
L’Italia può sperare?
Per mesi, in passato si è parlato di Case cinesi che potessero aprire fabbriche in Italia. Dopo vari incontri, la retromarcia di Pechino: niente investimenti nel Paese che ha detto sì ai dazi sulle elettriche Made in China vendite in Europa. Da capire se questo veto valga tuttora, anche per CATL.