Il 13 gennaio 2025, mentre scriviamo, ci sono 277.365 auto elettriche circolanti in Italia (dato Motus-E). Il governo Meloni vuole raggiungere 4,3 milioni di full electric come parco viaggiante, come dichiarato ad aprile 2023. Anzi, più 2,3 milioni ibride plug-in. Totale 6,6 milioni di mezzi alla spina.
Impresa titanica
Anzitutto, i punti di ricarica sono 60.339. Sufficienti per questo parco, insufficienti per il boom. Circa il 20% è scollegato per motivi ignoti. I vari bandi delle colonnine veloci sono un mezzo flop: i fornitori ci guadagnano poco. Inoltre, le auto elettriche nuove costano come il fuoco. Il famigerato ecobonus per la transizione non è servito proprio a nulla, perché pensato male. Sarebbe necessaria una nuova politica fiscale, con sgravi per le full electric, ma in questo momento lo Stato necessita di risorse, e pertanto sembra improbabile che l’erario incassi meno.
Immatricolazioni a rilento
Le immatricolazioni full electric nel 2024 sono pari a 64.983 unità, in riduzione dell’1,96% rispetto al 2023 (in un mercato depresso). Adesso, gli italiani sono spaventati da recessione, inflazioni, politiche oscure dell’Ue. Ci sarebbero le elettriche cinesi che costano meno, ma l’Ue ha piazzato extra dazi, per cui il consumatore ne resta fregato. I famosi primi 100 giorni della Commissione Ue, che dovevano essere rivoluzionari secondo i media di sinistra, si rivelano invece alla camomilla. Siamo ancora in attesa del mitico Dialogo strategico: per parlare di cosa, visto che ormai dal 2019 si parla di elettrico? Ogni tanto, sarebbe opportuna una qualche azione, un fatto.