Citroën Mehari: un’auto naïf e ribelle del “double chevron”

Citroën Mehari
Foto Citroën

La Citroën Mehari non aveva un design futuristico o tecnologie all’avanguardia. In lei tutto ruotava attorno alla dimensione pratica e poetica. Siamo al cospetto di una creatura unica, che ha sfidato la linearità del tempo. Immaginatevi sulla spiaggia di una costa remota, con il vento salino sui capelli: qui l’auto del “double chevron” si fonde con il paesaggio, evocando un senso di libertà e avventura.

Nata nel 1968, la Citroën Mehari sfidava le convenzioni della sua epoca. Il corpo in plastica ABS la rendeva leggera e resistente, perfetta per affrontare terreni difficili. La sua apertura totale, con un parabrezza abbattibile e persino i sedili lavabili, ne faceva una compagna ideale per le avventure all’aria aperta.

Ma la Méhari è più di una semplice auto. È una tela bianca su cui ogni proprietario può dipingere la sua storia. Fedele compagna per surfisti, hippy e sognatori, pronti a intraprendere un viaggio senza fine, ha immortalato il tempo. Le sue linee semplici e la mancanza di fronzoli sono un invito a tornare alle radici, a connettersi con l’essenza.

Nelle pianure sconfinate della creatività automobilistica, questa vettura sfugge a qualsiasi definizione. In un certo senso è un inno alla libertà. Come un’onda di plastica, infrange le regole e cavalca le dune dell’immaginazione. La sua carrozzeria è il frutto del genio creativo, non soffocato, del progettista.

Citroën Mehari
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Leggera come una piuma, sfreccia attraverso deserti di asfalto e spiagge di sabbia con simpatica leggiadria. È un invito a lasciarsi alle spalle le preoccupazioni e a tuffarsi nell’ignoto. Come una tavolozza di colori vivaci, la Citroën Mehari rallegra il cuore, trasportandolo in una dimensione di felici stimoli emotivi.

Nell’abitacolo, l’esperienza di guida si trasforma in un’avventura sensoriale. Sedersi al volante è come immergersi in un giocattolo per adulti. Il cruscotto minimalista cattura l’essenza della funzionalità. Questa vettura è nata nel tumulto degli anni ’60, un’epoca di rivoluzione culturale e di cambiamenti radicali. Citroën ha catturato lo spirito di quei tempi e l’ha incapsulato in un veicolo che ancora oggi incanta gli animi ribelli.

Questa macchina iconica è l’incarnazione di una filosofia di vita. Incoraggia il viaggiatore a lasciarsi alle spalle il mondo convenzionale e ad abbracciare la scoperta. È un inno alla sperimentazione e all’innovazione, una dichiarazione audace di libertà e individualità. In un mondo di automobili omologate e conformi, si distingue per il suo carattere reazionario. Pur se umile, ha guadagnato un posto nella storia.

La sua presentazione avvenne il 16 maggio 1968, nel campo da golf di Deauville. Sotto la carrozzeria dell’atipico pick-up del “double chevron”, firmata da Roland de La Poype, c’è la piattaforma della Dyane 6. A fornire l’energia dinamica provvede un motore bicilindrico da 602 centimetri cubi di cilindrata, raffreddato ad aria, con potenze variabili da 28 a 32 cavalli, su un peso a secco di 475 chilogrammi. Lunga la carriera commerciale del modello, il cui ciclo di vita giunse al suo epilogo nel 1987.

Citroën Mehari
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