La Ferrari 456 GT fu svelata in Belgio, presso la sede del Garage Francorchamps, nel 1992, per omaggiare l’importatore e pilota Jacques Swaters. Questa coupé 2+2 rapisce i sensi. Prezioso lo stile della sua carrozzeria, che miscela in modo sublime le note dell’eleganza e della sportività. Il merito è di Pietro Camardella, autore del design per Pininfarina. L’architetto salernitano ha saputo tracciare delle linee e dei volumi destinati all’eternità.
Sublime la purezza espressiva, che dissimula al meglio la presenza dei posti dietro. A dominare la scena estetica ci pensano le rotondità e i rimandi alla mitica Daytona, che si colgono nell’aria, pur senza richiami espliciti o imitazioni. Solo ai grandi maestri dello stile possono riuscire simili giochi di prestigio. Rispetto alla 412, di cui ha preso il posto, i codici linguistici sono completamente diversi.
Sotto il cofano anteriore della Ferrari 456 GT pulsa un motore V12 aspirato da 5474 centimetri cubi di cilindrata, plasmato in lega d’alluminio. Già a guardarlo, questo monumento meccanico consegna emozioni speciali. Quando lo si accende, le pulsazioni del cuore si spingono a mille, grazie alle note sonore dei 442 cavalli, erogati a 6250 giri al minuto. Una potenza di riferimento per i suoi anni, come la coppia massima, di 550 Nm a 4500 giri al minuto.
Questa energia viene scaricata a terra, sulle ruote posteriori, con il supporto di un cambio manuale a 6 marce. C’è pure le versione GTA, con trasmissione automatica a 4 rapporti. Notevole il quadro prestazionale, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 5.2 secondi, da 0 a 400 metri in 13.3 secondi, da 0 a 1000 metri in 23.3 secondi. La velocità massima si spinge oltre quota 300 km/h.
Eccellente anche il comportamento dinamico. Basti dire che fra i cordoli del circuito di Fiorano, la Ferrari 456 GT completa un giro in 1’35″00, lo stesso tempo della più estrema 512 TR a due posti secchi. Una prova dell’ottimo bilanciamento e della qualità progettuale e costruttiva di questa coupé 2+2 da sogno, che ha guadagnato un posto nella storia.