La Ferrari Challenge Stradale, rispetto ad altre “rosse”, ha un rapporto ancora più intimo con il mondo delle corse. Custodisce un’anima che brucia di passione per la pista. Questa è la versione addomesticata dell’auto entrata in azione nel campionato monomarca del “cavallino rampante“. A distanza di vent’anni dal suo debutto al Salone di Ginevra, nel marzo 2003, non ha perso una virgola del suo irresistibile fascino.
Si tratta della versione più audace e spietata della 360 Modena. La Ferrari Challenge Stradale incarnava bene la tradizione radicata della casa di Maranello nel creare auto direttamente derivate dal motorsport. Questa eredità si faceva sentire in ogni dettaglio.
La parola d’ordine era la leggerezza. Rispetto alla 360 Modena, questa variante subì una decisa riduzione di peso, attraverso l’uso di materiali compositi e un allestimento strettamente racing. Ogni elemento non essenziale venne eliminato o semplificato per massimizzare le prestazioni e la sicurezza. Il colore scelto per il suo debutto era il vivido ‘Rosso Scuderia’, lo stesso utilizzato sulle monoposto di Formula 1: un omaggio al suo legame indissolubile con le piste di tutto il mondo.
Con la Ferrari Challenge Stradale, la casa di Maranello ritornò alle origini, alla pura essenzialità delle vetture da competizione. Tutto ciò che non era strettamente funzionale fu escluso dal pacchetto, per creare un’auto agile e pronta a dominare qualsiasi circuito. Non si trattava soltanto di una vettura, ma di una dichiarazione di intenti: questa “belva” era pronta a scolpire le curve e a conquistare i cuori degli appassionati di guida sportiva.
Solo 1274 esemplari del modello presero forma: una rarità. Ciò ne fa un oggetto ancora più desiderabile. I punti di forza di questa “rossa” sono la leggerezza e l’assetto da corsa, che le conferiscono una maneggevolezza precisa e sincera, regalando una migliore cornice espressiva al potente motore. La minore altezza da terra contribuisce a ridurre al minimo i trasferimenti di carico, assicurando un’aderenza eccezionale.
L’aspetto della vettura è muscolare e aggressivo, con paraurti, minigonne e cofano posteriore ridisegnati per aumentare il carico verticale del 50%. I cerchi da 19 pollici e l’abitacolo alleggerito completano il quadro di questa creatura, dedicata alle performance pure. Sotto il cofano posteriore pulsa un cuore V8 da 3.6 litri, che eroga 425 cavalli.
Un propulsore in grado di far accelerare la supercar emiliana con una grinta incredibile, grazie anche al peso a secco di soli 1180 chilogrammi. Lo scatto da 0 a 100 km/h viene liquidato in 4.1 secondi, quello da 0 a 1000 metri in 22 secondi. Si spinge a quota 300 km/h la punta velocistica. Il cambio elettroattuato F1, ulteriormente perfezionato rispetto alla 360 Modena, offre passaggi di marcia fulminei, mentre i freni carboceramici garantiscono arresti decisi e resistenza al fading. Un vero gioiello, da ammirare e da vivere. Chapeau!
