Oggi esiste un veicolo apprezzato e riconosciuto, un bolide con motore centrale di produzione a stelle e strisce. Ma ci sono alcune meraviglie che non sono andate oltre il concept e oltre l’esposizione in eventi esclusivi. Niente annunci di produzione, niente dettagli aggiuntivi e soprattutto niente Salone di Detroit, lo showroom più prestigioso degli Stati Uniti in fatto di motori, novità assolute e modelli in arrivo sul mercato.
Molti reputano la Chevrolet Corvette C8 il veicolo a motore centrale più riuscito della tradizione americana. L’idea, però, risale a molti anni prima, fino al 1962. Molti modelli hanno sviluppato modelli con motore centrale, ma arrivati solo fino al concept e non a una produzione, anche minima, in serie. Di seguito, uno sguardo ai veicoli americani che negli ultimi sessant’anni hanno ipotizzato una configurazione simile ma che non sono arrivati sul pavimento dello showroom di Detroit come “In arrivo”.
Chevrolet Corvair Monza GT XP-777 (1962)
Il progetto arriva dalle mani di Larry Shinoda e da quello che sarebbe diventato il futuro progettista Porsche, Tony Lapine. Questa Corvair presenta il motore al centro del telaio. Basta darle un’occhiata veloce per osservare come ci saranno modelli successivi della Chevrolet che seguiranno alcuni “passi” di questa concept car. Frontale a conchiglia, un falso parabrezza e un’aria tutta in stile Star Trek. Metteva in campo freni a disco sulle quattro ruote e cerchi in lega di alluminio.
AMC AMX/3 (1970)
Il marchio che ha prodotto forse il modello più importante sul percorso del filone del motore centrale americano è l’American Motors Corporation (AMC). Si tratta di un modello realizzato con il tocco fatato di Giugiaro. Infatti l’AMC si è rivolta all’Italia e alla Germania per ottenere l’esperienza necessaria nella costruzione di ben sei prototipi di questa AMX. Uno di questi prototipi, realizzato con il meglio dei carrozzieri, designer e ingegneri italiani del tempo, ha raggiunto i 273 Km/h sulla pista di Monza. L’AMX/3 prevedeva un motore V8 e un cambio ZF (unità a tre rapporti) davvero troppo lungo per quest’auto. Tutti i prototipi sono sopravvissuti, uno di questi è stato anche venduto per 750mila euro.
Chevrolet Aerovette (1976)
L’Aerovette presentava un V8 small-block da 400 pollici, un motore introdotto nel ‘70 dal marchio americano. Sarebbe stata la “Corvette C4”, ma la C3 faceva comunque numeri da record. Questo motivo la tenne da parte, a tal punto da non sbocciare mai. Di mezzo c’era anche un nuovo capo alla guida del progetto Corvette, Dave McLellan, responsabile di una scelta, per la Corvette C4 del 1984, con motore anteriore.
Ford GT90 (1995)
La GT90, attingendo da una produzione britannica, era basata su una Jaguar XJ220 con il suo telaio in alluminio, molto avanzato per l’epoca. Montava un sistema di trazione posteriore preso direttamente dall’AWD dell’XJ220. Lo stile voleva imprimere al marchio una svolta fatta di spigoli e curve, una nuova frontiera di design della Ford. Basti pensare alla Focus di prima generazione. Il motore era un V12 interamente in alluminio da 6,0 litri con una potenza stimata di circa 720 cavalli.
Chrysler ME Four-Twelve (2004)
Una gran bella sorpresa è arrivata invece al North American International Auto Show del 2004 con la presentazione della concept car “ME Four-Twelve” a motore centrale. Un progetto capace di rimanere all’oscuro di tutti tranne che di due designer e quattro ingegneri. In un anno di lavoro si è collaborato Mercedes, da cui arriva il V12 M120 da 850 cavalli, una versione che ha alimentato persino una Pagani Zonda. Cambio a doppia frizione a 7 marce, grandi freni e pneumatici larghi da urlo. Il telaio è in fibra di carbonio e alluminio a nido d’ape per una leggerezza e solidità fenomenali. Ne esistono due ma nessun modello simile è arrivato allo step decisivo per il pubblico.