I salti mortali per un’aerodinamica “spaziale”: ecco come sarà la Lotus Evija

lotus evija

È frenetica l’attesa della hypercar in arrivo dalla Lotus. La Evija, infatti, sarà un bolide completamente elettrico, un gioiello ingegneristico con grande attenzione al bilanciamento del peso e all’aerodinamica. Potrebbe essere una delle hypercar più veloci mai realizzate. Per forza di cose, l’arrivo di questo mezzo mirabolante sta tenendo tutti col fiato sospeso.

Il capo aerodinamico del progetto Evija, Richard Hill, sta lavorando affinché si riesca a mantenere l’auto incollata alla strada. Al contempo sarà necessario evitare un’eccessiva resistenza che possa rallentare l’auto.

Stando a quanto riportato da EVO, l’Evija sarebbe stata progettata per essere un “jet da combattimento in un mondo di aquiloni”. Una definizione piuttosto forte che non lascia spazio a grossi fraintendimenti. Siamo davanti a una promettente scheggia a marchio Lotus.

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L’ingegnere Hill spiega che l’auto è stata concepita fin dall’esordio di questa “pazza idea” come un’ala rovesciata. Il principio cardine è quello secondo cui più velocemente l’aria si sposta sulla carrozzeria bassa, più risucchia l’auto verso la strada.

Un fattore limitante che agisce negativamente sulla velocità massima è ciò che è noto come “vortex wash”. In pratica, quando un’auto viaggia ad alta velocità – ben visibile quando nevica – l’aria che passa sulla carrozzeria spinge la neve dal cofano, dal tetto e così via. Di colpo, però, si arriccia all’indietro mentre passa sull’estremità posteriore dell’auto e prosegue oltre l’auto diffondendosi disordinata nell’aria, in piccoli vortici, disturbando l’aerodinamica.

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Come ovviare a questi vortici? Ciò che l’Evija fa in modo diverso sta nei tunnel laterali spalancati che “perforano” l’auto dalla sezione centrale fino alla coda. Questi incanalatori d’aria, regolati internamente, comprimono l’aria leggermente in modo che si espanda improvvisamente uscendo all’estremità posteriore del tunnel. Si convoglia così il getto d’aria, invece di spingerlo indietro disordinatamente. Meno vortici disordinati, più getti ordinati di aria.

Di grande aiuto è, ovviamente, anche il grande estrattore posteriore. Qui il carico aerodinamico è moltiplicato dai vortici creati in basso sull’asfalto, getti d’aria che “risucchiano” ulteriormente la Lotus.

L’altro flusso d’aria ottimizzato e gestito è quello che attraversa le prese d’aria anteriori utili a raffreddare il differenziale anteriore e il motore (i quattro motori elettrici). Solo dopo, l’aria residua passa nei tunnel o verso il basso attraverso le lamelle laterali dietro le ruote anteriori per raffreddare i freni e aumentare la deportanza, ovvero la spinta del peso dell’auto verso l’asfalto.

L’Evija, tra ottimizzazione e sviluppo del motore, eroga l’equivalente di 1.972 CV, ovviamente a 0 giri (ah, l’elettrico!). L’Evija è stata testata in fase di prototipazione e raggiunge i 300 km/h in meno di nove secondi. Per forza di cose è importante tenere d’occhio l’aerodinamica per non finire direttamente in orbita una volta giunti a velocità folli con questa Lotus spaziale.

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