La 2030 Ferrari Ascari 71, un omaggio alla scuderia di Maranello e al suo primo campione

Quella in foto è la “2030 Ferrari Ascari 71”, un progetto di Davit Vardanidze, art designer georgiano. Per questa concept car si è ispirato alle auto della Formula Uno. Il tributo arriva per omaggiare la Scuderia del Cavallino per il suo 100esimo anniversario di attività nelle corse. La vettura, infatti, prende il nome dal primo campione Ferrari, Alberto Ascari.

2030 Ferrari Ascari 71

Si tratta infatti di un omaggio ai 71 anni dal primo campionato mondiale di Formula Uno vinto dalla Ferrari. Non poteva essere che dedicato a lui una concept per una tappa importante per la scuderia fondata sul finire del 1929, giunta quasi al secolo di storia.

2030 Ferrari Ascari 71

Alberto Ascari era “figlio d’arte”. Era figlio di Antonio Ascari, uno dei più grandi piloti italiani della storia, rimasto ucciso a Linas-Montlhéry nel 1925 proprio in un incidente in gara. Il figlio, all’epoca, aveva solo sette anni. Solo nel 1940 Alberto Ascari guidò la prima macchina da corsa costruita da Enzo Ferrari, la “Auto Avio Costruzioni tipo 815” da 1,5 litri, nella Mille Miglia, insieme al cugino Giovanni Minozzi.

Ripresa la carriera nel dopoguerra vinse quarantasette gare internazionali su cinquantasei, tra cui due Campionati del Mondo di Formula Uno nel 1952 e nel 1953 con la Ferrari. Per due anni è stato quasi imbattibile. Dal 1952 è rimasto imbattuto, vincendo nove Gran Premi consecutivi, fino al Gran Premio del Belgio del 1953 a Spa. Partecipò a due “24 Ore” di Le Mans per la Ferrari, nel 1952 e nel 1953, segnando il giro più veloce della gara nelle due edizioni.

Alberto Ascari lasciò Maranello solo alla fine del 1953 causando grande sconcerto negli appassionati e nell’ambiente delle corse. Entrò a far parte della Scuderia Lancia Corse. La casa torinese si preparava a entrare nella Formula 1 con una magnifica Lancia D50, progettata dall’ingegner Vittorio Jano, uno dei più grandi progettisti di auto da corsa nella storia. 

Con la Lancia D24 partecipò alla Mille Miglia nel 1954 e arrivò subito primo con una media di quasi 140 km/h. Presentandosi in gare con Maserati e Ferrari, tra ritorni di fiamma e giri veloci in quasi tutte le competizioni disputate, partecipò con Lancia al campionato del 1955. 

Fu lui il protagonista del famoso volo in acqua al Gran Premio di Monaco. Quel 22 maggio era in testa prima di quel salto spettacolare nel porto. Dopo aver attraversato il tunnel più veloce che mai, Ascari perse il controllo su una macchia d’olio, battendo contro le balle di fieno, sparendo nel fumo nero e affondando in mare tra l’orrore della folla. Pochi attimi dopo il suo elmetto azzurro pallido spuntò sopra l’acqua, prima di nuotare verso una barca di soccorso. Rimediò solo una piccola ferita al naso. Il miracolo però ebbe pochi giorni per essere festeggiato.

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Quattro giorni dopo, Monza, il 26 maggio 1955. Durante dei test privati ​​della Ferrari 750S, al suo terzo giro, Ascari si schiantò. Volò per aria alla velocissima curva a sinistra del Vialone (chiamata oggi Curva Ascari). Riportò ferite che, purtroppo, non gli lasciarono scampo. La morte di questo feroce pilota e uomo gentile sconvolse il mondo delle corse. Nacquero tante storie, alcune anche misteriose, utili ad alimentare una mitologia già ricca.

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