Il ministero dell’Economia italiano, ossia il governo Meloni, vuole la kei car in Italia. Motivo: le elettriche costano un occhio della testa, e quindi serve fare un passo indietro, puntando su macchinine, micro vetture, automobiline. Tipo quelle del Giappone anni 1950. Per muoversi in città, in elettrico.
Nel nostro Paese, la kei car già c’è, e si chiama Fiat Panda termica. Essenziale, pratica, caruccia, concreta. Un bel motore a benzina per spostamenti brevi e medi. Hai un mezzo che va bene sia nei centri urbani sia per i viaggi non impegnativi.
Ma l’Italia deve per forza, chissà perché, seguire l’Unione europea e fare le cose complicate: kei car piccolissime, elettriche. Solo per andare dal punto A al punto B in città. Se ce la fai, perché poi la ricarica muore. Le colonnine pubbliche per fare il pieno di elettroni sono poche, costosissime.
Dov’è il guaio
Per il ministero, pesano il costo eccessivo delle elettriche, la carenza di infrastrutture di ricarica, le criticità tecnologiche che interessano le full electric (soprattutto autonomia e tempi di ricarica). Sì, non si capisce perché mai, come per magia, le kei car elettriche non abbiano tutti quei problemi.
La Panda in promo
Anticipo 3.709 euro, Rata Finale di 8.494 euro, 35 rate da 69 euro, TAN (fisso) 2,99% – TAEG 6,36%. Con rottamazione e finanziamento. Ecco la kei car. Pensate davvero che le kei car elettriche del futuro possano costare meno?