La svolta Citroën del dopoguerra, l’arrivo della mitica 2CV

Sono passati 75 anni fa da quando il mondo dei motori ha conosciuto una serie di veicoli iconici. Stiamo parlando della mitica Citroën 2CV. Si tratta del bizzarro connubio tra austerità e grande divertimento. Le 2CV erano decisamente spartane ma dato che stiamo parlando di modelli prodotti in massa nel 1948 possiamo non stupirci se parliamo di una due cilindri con 12 CV.

Anche se il suo debutto arriva nel ’48, il suo sviluppo era iniziato prima della guerra con i prototipi Très Petite Voiture (TPV, o “molto piccola automobile”), il primo dei quali è datato addirittura 1937. Nelle fasi di sviluppo, la 2CV passò dal raffreddamento ad acqua a quello ad aria e dalla carrozzeria in alluminio a quella in acciaio.

L’accoglienza riservata alla nuova vettura fu per in realtà negativa da parte della stampa, ma il portafoglio ordini di Citroën non subì grosse conseguenze, anzi. Il desiderio per i trasporti a basso costo in Francia era grandissimo: la stragrande maggioranza della sua flotta di automobili prebellica era stata distrutta, e molte persone erano addirittura tornati a cavalli e carri.

Obiettivo dell’azienda era realizzare un’auto per mobilitare i contadini francesi, ma con le sospensioni necessarie per attraversare la terribile rete stradale francese. La convenienza dell’acquisto e del mantenimento erano le preoccupazioni principali in quasi ogni aspetto della 2CV. Dettagli di purezza costruttiva sono, ad esempio, le minuscole serrature delle portiere, i sedili in stile sedia a sdraio, i cuscini sottili o la cinghia elastica visibile.

I motore, inizialmente di soli 375 cc, può essere parzialmente ricostruito in poche ore e, ai bassi regimi, è anche parsimonioso nel carburante. Ma l’auto è più sofisticata di quanto appare a prima vista. La sospensione morbida, interconnessa dalla parte anteriore a quella posteriore, conferisce alla piccola Citroën un comfort di guida inaspettato. La 2CV è fatta di acciaio sottile e per questo fa rumore sulle superfici irregolari e il motore non è mai silenzioso, ma la guida docile è davvero rilassante.

Freni interni per sfruttare all’osso il comfort di guida e aletta di ventilazione a tutta lunghezza. Si tratta di quanto di più simile all’aria condizionata. Siamo davanti a un’auto inevitabilmente “razionale”, che fa di tutto per aggiungere tocchi di genio con piccoli gesti. Niente extra o lussi, ma una buona ingegneria. Negli anni successivi si è assistito anche a un aumento di 3 CV, con il motore che arriva a 425 cc.

Nel corso degli anni ’50, le 2CV avevano già soddisfatto il consumo interno francese. Quindi le vendite non dovevano essere limitate a coloro che svolgevano professioni rurali. Per questo motivo l’auto ha conosciuto evoluzioni meno spartane e più “spensierate”.

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