Le auto più belle che hanno accompagnato la storia delle Forze di Polizia in Italia

La Polizia di Stato (non ancora con questo nome) nasce il 30 settembre 1848 con quello che fu un decreto regio del Regno di Sardegna. Si trattava dell’Amministrazione della Pubblica sicurezza, un corpo diverso dai Carabinieri reali. La “Polizia di Stato” nell’assetto attuale, invece, ha compiuto poco più di 40 anni, dato che la sua legiferazione ad hoc risale al 1981. La storia più significativa dei mezzi della Polizia si può ripercorrere soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale. Inizia qui la vera storia delle “pantere”. Spesso si è trattato di Alfa Romeo, ma ci sono notevoli eccezioni destinate a rimanere nella memoria di tutti.

Prima della formazione ufficiale della Polizia di Stato, la prima “volante” di pubblica sicurezza con l’appellativo di “pantera” è del 1952. Arriva quest’anno la Alfa Romeo 1900 TI, la berlina che segnò il successo della casa milanese con una produzione di larga scala. Era, infatti, nera, veloce, scattante e dall’aspetto sinuoso: ecco perché pantera. La 1900 aveva un motore a quattro cilindri da 100 cavalli, moderne sospensioni e una velocità massima di 170 km/h. Una scheggia per l’epoca.

Nel 1957 la dotazione delle forze dell’ordine venne rinforzata dalla Giulietta, medie dimensioni ma prestazioni da sportiva. Aveva un motore da 1.290 cc ed erogava 65 cavalli. Essendo per la Polizia stradale, il suo colore fu il rosso, diverse dalle Volanti nere, le 1900.

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Per contrastare le auto anche truccate dei banditi, sempre più veloci, entrò in servizio la Alfa Romeo 2000 Sprint, seguita nel 1962 dalla 2600 Sprint. Un autentico bolide da 145 cavalli con velocità massima di circa 200 km/h. Servirono dei corsi specializzati per guidare quelle belve sull’asfalto cittadino.

Anche l’Alfa 2600 cominciò a non bastare più. A seguito di un siparietto divertente in cui a una questura romana si chiese, come unica soluzione contro i rapinatori, “una Ferrari”, la Squadra volante della Capitale ricevette davvero una supercar. La Ferrari 250 Gte nera, ma ad uso esclusivo dell’agente Spatafora, un asso della guida capitolina, e di altri tre colleghi. Parliamo di un motore V12 3.0 da circa 240 cavalli e oltre 250 km/h su una coupé 2+2 disegnata da Pininfarina.

Era la perfetta volante che “ammazzava” le auto da rapina. Fu l’Alfa Romeo Giulia, la via di mezzo che riusciva a emergere grazie alle sue doti tecniche. La Giulia TI con il motore a quattro cilindri 1.6 da 92 cavalli portò a termine tanti anni di onorato servizio, dal 1962 al 1977.

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Nella decade in cui ci troviamo, negli anni Settanta, arrivò la livrea della Polizia che conosciamo oggi, quella bianca e azzurra. Insieme alla Giulia, arriva l’Alfetta con il motore 1.8 a quattro cilindri e una potenza di 122 cavalli. Aveva i quattro freni a disco ed era sostanzialmente imbattibile su strada. Accompagnò le forze dell’ordine fino al 1984.

Dopo gli anni Settanta la funzione di inseguimento era già andata diminuendo sensibilmente, soprattutto per l’aumento esponenziale del traffico. Si investì nelle comunicazioni più che nei mezzi. Ma alcune supercar hanno nuovamente fatto parte della dotazione della Polizia. Nel 2004, 2008 e 2013 la Lamborghini ha donato alla Polizia Stradale delle Gallardo LP 560. Più recentemente, la Lamborghini Huracan LP 610-4 è entrata in servizio con la Polizia di Roma nel 2015. 

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