Tre schiaffi della Germania all’Italia sull’auto elettrica. Le richieste del ministro delle Imprese Adolfo Urso all’Ue erano chiare, ma Berlino ci rifila un triplo no.
Tris negativo
Uno. La Germania non appoggia le richieste dell’Italia sulla revisione della strategia europea per il passaggio all’auto elettrica. DSi oppone alle richieste del governo di Giorgia Meloni di cui ieri si è fatto portavoce il ministro Urso. Ecco il sottosegretario all’Economia tedesco, Sven Giegold, al suo arrivo al Consiglio Ue Competitività a Bruxelles: “Ho visto la stampa italiana riportare alcune delle osservazioni dell’Italia, ma anche della Germania. Ma c’è un malinteso che vorrei chiarire: la Germania non vuole indebolire le norme sul clima, che fanno parte della regolamentazione. Per noi gli obiettivi climatici sono fondamentali”. Insomma, la stampa italiana ha capito zero, dicono i tedeschi.
Aggiornamento 2025
Due. C’è la la richiesta di Urso di anticipare dalla fine del 2026 ai primi mesi del 2025 l’attivazione della clausola di revisione prevista dal Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli leggeri. La Germania di Olaf Scholz ha detto ancora no.
“Nein”!
L’Italia ha chiesto “una visione chiara di neutralità tecnologica”, che per il governo significa una “anche biocombustibile o idrogeno e non solo”. E su questo, ecco il terzo no della Germania: “Non chiediamo nuovi biocarburanti che, se si calcola veramente, non sono climaticamente neutri. Producono gas, gas serra dal suolo”. Sì alla neutralità tecnologica, con gli e-fuel.