Correva il 1987 quando, al Salone di Francoforte, la BMW tirò su il velo alla Z1, una curiosa roadster oggi cimelio bramato dai collezionisti appassionati della Casa dell’Elica. Affidata alle cure del designer Harm Lagaay, cercava di precorrere i tempi. La “Z” del nome sta, infatti, per Zukunft, ovvero futuro. Fu la prima di una serie arricchita da Z3, Z4 e Z8.
Il proposito della compagnia era di muoversi in anticipo rispetto alla concorrenza, attraverso alcune soluzioni all’avanguardia. I tratti salienti della BMW Z1 erano due: le porte a scomparsa e i pannelli della carrozzeria in composito, sostituibili nel giro di pochi minuti.
BMW Z1: lo strano caso di un esemplare del 1990 con 999.997 sul contachilometri
Con la trasmissione manuale a cinque rapporti, la vettura trasmetteva alle ruote posteriori i 170 cavalli di potenza del propulsore, un sei cilindri in linea da 2,5 litri. A livello di prestazioni sapeva difendersi in maniera eccellente, almeno in rapporto agli standard dell’epoca: copriva lo 0-100 in meno di 9 secondi e si spingeva fino ai 225 km/h. Complessivamente, fu realizzata in 8 mila unità, al prezzo di 80 mila marchi, poco più di 40 mila euro attuali.
Allora la Germania era ancora divisa in due (il muro crollerà solo due anni dopo) e l’esemplare proveniva dalla metà federale. Lo scorso 1° febbraio 2023 una delle BMW Z1 è stata battuta all’asta di RM Sotheby’s di Parigi per una cifra molto superiore: 86.250 euro.
Fabbricata nel 1990, riporta sul contachilometri 999.997 km. Eppure, l’annuncio parlava di un modello “nuovo di zecca”. Com’è possibile? Quasi un milione di esemplari ed è “illibata”? Tutto ha una spiegazione.
La BMW Z1 in questione venne originariamente acquistata dal pilota danese Jens Winther il 23 febbraio 1990 ed è passata di mano all’ultimo proprietario nel 2014. A dispetto del contatore analogico, in realtà il veicolo tedesco non ha mai percorso 999.997 km, bensì solo tre km. Che la Casa macinò per azzerare il contachilometri. E un mistero è stato svelato!