Il tempo vola. Sono passati 20 anni dal lancio di un’icona pubblicitaria, che ha fatto breccia nel cuore degli appassionati d’auto (e non solo). Stiamo parlando dello spot della Peugeot 206, noto come “The Sculptor”, che vinse anche il prestigioso Leone d’Oro a Cannes nel 2003, segnando una pietra miliare nella storia del marketing. Questa réclame indimenticabile fu ideata in Italia, con l’obiettivo di fissare nell’immaginario collettivo il nome del nuovo modello, rimpiazzando la forza evocativa della precedente 205.
La paternità del riuscitissimo progetto di comunicazione va ascritta al team creativo dell’agenzia EuroRSCG (ora Havas), guidato da Giovanni Porro (Art) e Roberto Greco (Copy), con il coordinamento di Angela Schiavino. Per la regia si fece appello al talento di Matthijs van Heijningen. Il claim è ancora oggi ricordato da molti: “Enfant Terrible”. Questo concetto, nonostante fosse espresso in francese, rappresentava in modo chiaro e diretto come l’acquirente della Peugeot 206 fosse una persona di carattere, decisa e orgogliosa della sua vettura.
“The Sculptor” lasciò il segno, vincendo una ventina di premi internazionali di comunicazione, uno dei quali negli Stati Uniti. La sua originalità risiedeva nel fatto che, per la prima volta, l’auto in vendita era praticamente invisibile nello spot. Il giovane indiano protagonista del cortometraggio costruiva manualmente la sua 206, ispirato da una foto nel volantino. Il mix di elementi forti – come la musica coinvolgente, le martellate e il bagliore del saldatore, l’elefante partecipe nella costruzione, il cambio tra giorno e notte e la conclusione con il protagonista ammiccante dal finestrino – ha reso memorabile quello spot.
L’idea originale dell’Enfant Terrible è stata la chiave del successo della 206, un modello di grande impatto commerciale per la casa del Leone, che ha accompagnato migliaia di italiani nei loro viaggi e nelle loro avventure quotidiane. Possiamo dire che il Belpaese ha contribuito a creare uno degli spot più memorabili e amati di sempre. Tanto di cappello agli autori, che hanno “confezionato” un prodotto pubblicitario unico e di straordinaria efficacia.
