Porsche Carrera 2.7 MFI, direttamente da Le Mans ma stradale

Non stiamo parlando di una normale 911. Si tratta di una Porsche “Flachbau” (muso inclinato) di proprietà di Mickie Most, il celebre produttore musicale dietro ad artisti come Animals, Jeff Beck e Hot Chocolate. Questa è l’unica Carrera 2.7 MFI che abbia mai ricevuto le cure del team corse vincitore di Le Mans, Kremer.

La squadra corse Kremer con sede a Colonia divenne famosa quando vinse una alla 24 Ore nel 1979. Batté il prototipo 936 da corsa del team ufficiale Porsche con la sua 935 (una versione da corsa della 911 turbo). Insomma, riuscì a battere il team ufficiale al suo stesso gioco e con meno soldi della casa di Stoccarda. Certo, tutti i rivali di Kremer in gara hanno avuto problemi meccanici, mentre la pioggia battente ha ridotto il il divario di velocità tra la vettura di Kremer e le 936 “ufficiali”.

Indipendentemente dalle condizioni della gara, l’immagine della Kremer Porsche, dal muso piatto, con una striscia rossa che scorre su e intorno alla carrozzeria, si è impressa nelle menti degli appassionati dagli anni ’80. Ben presto, Kremer poté produrre versioni omologate per la strada della sua auto vincitrice di Le Mans, appunto la 935 K3.

La sua Kremer 935 “Le Mans” era una vera 935 progettata per Le Mans. Era però omologata per la circolazione su strada e verniciata con una livrea blu e rossa davvero affascinante e di grande ispirazione per le auto a venire. Le auto omologate da strada di Kremer erano quasi tutte costruite partire da 911 stradali. E qui entra in gioco nella storia Mickie Most. Era un automobilista e un fan delle Porsche in particolare, per questo non esitò a comprare una super esclusiva Carrera 2.7 MFI nel 1974.

Dotata dello stesso motore da 210 CV con iniezione meccanica del carburante, cambio a cinque marce e sospensioni della Carrera RS 2.7, è stata la Porsche top di gamma fino alla 930 turbo. Most riuscì a convincere Porsche a regalargli una Carrera 2.7 MFI con un ordine speciale. Presentava i passaruota allargati e uno spoiler a “coda di balena” della Carrera RS 3.0 del 1974.

Questa Carrera 2.7 era originariamente color argento, e negli anni Settanta era possibile vederla andare in giro per Londra. Kremer, nel 1983, si offrì di costruire per Most un’auto omologata per la strada basata sul 3.3 turbo della 911 SC. Quella che era presente negli showroom Porsche dell’epoca. Most, invece, volle convincere Kremer a lavorare sulla sua Carrera MFI.

Il primo intervento è stato quello di rendere più leggero lo sterzo della MFI che non era assistito, e quindi così pesante a basse velocità. Con piccoli input l’auto riusciva a sfrecciare agilissima. Il team di Colonia ha aggiunto anche barre antirollio più spesse davanti e dietro. Di conseguenza, la Porsche è sorprendentemente stabile in curva, sottolineando ulteriormente la reattività del volante.

Lo splitter anteriore, un altro elemento Kremer, aiuta l’auto a resistere alla leggerezza dell’avantreno a velocità elevata. Un tratto comune a tutte le 911, anche se qui amplificato, è l’immensa trazione. Con il minimo sforzo, la parte posteriore dell’auto si blocca su una forte accelerazione e le gomme posteriori slittano fragorosamente ma prendendo rapidamente grip.

Kremer ha aggiunto ruote più larghe nella parte anteriore e nella parte posteriore, uno sterzo agile, rendendo questa 911 più maneggevole di molte altre. Coprire quei grandi pneumatici ha richiesto una nuova carrozzeria, ovviamente, e l’intera parte anteriore Flachbau è stata aggiunta da Kremer, ad eccezione della barra del paraurti. Sono stati aggiunti parafanghi posteriori più larghi.

Una volta che ci si è abituati, la “Carrera stradale” può esprimere un’accelerazione impressionante, facendo rimanere inchiodati al sedile mentre si sente il caratteristico ululato del sei cilindri Porsche che risuona intorno al guidatore.

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