L’Italia trascina sette Paesi innanzi all’Ue a chiedere che le multe per 15 miliardi di euro all’industria dell’auto non scattino nel 2025. Sono a carico di chi inquina troppo. Se la nostra nazione, guidata dal ministro delle Imprese Urso, vincerà, allora sarà un trionfo per lo Stato e il governo Meloni. Viceversa, in caso di sconfitta, saremmo davanti a una disfatta. Ecco i magnifici otto: Italia e Repubblica Ceca, ma anche da Austria, Slovacchia, Bulgaria, Polonia, Malta e Romania. Il -15% di emissioni di CO2 entro il 2025 è irrealizzabile, questo lo spunto.
Per ora, Urso soddisfatto
Intanto, Urso dice: “Siamo particolarmente soddisfatti dell’ampia convergenza di posizioni espressa dai Paesi UE sul nostro non-paper, relativo al settore automotive europeo”. Sono otto nazioni in tutto con l’Italia. “Una proposta che, di fatto, si colloca oggi al centro dell’agenda della Commissione Europea. Come sottolineato dalla vicepresidente Margrethe Vestager, la presidente Ursula von der Leyen ha confermato il suo impegno diretto sul dossier. Questo rafforza l’importanza strategica del tema, cruciale per l’industria e l’occupazione in Europa, e ci rassicura sul fatto che sarà una delle priorità chiave nei primi 100 giorni della nuova Commissione”.
Sono parole dette al termine della riunione del Consiglio Competitività a Bruxelles, in cui è stato discusso il non paper sul settore dell’automotive europeo. Ai firmatari, nel corso del dibattito si sono aggiunti una serie di interventi da parte di altri Paesi a sostegno della posizione italiana.
Per le proposte italiane, sono arrivate inoltre le adesioni di Confindustria, Bdi e Medef, le associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia, che hanno sottoscritto un documento nel sesto forum trilaterale che si è svolto a Parigi venerdì scorso. Pure Confapi, insieme alle maggiori Associazioni europee delle Pmi industriali (Germania, Francia, Austria, Repubblica Ceca) che fanno parte di European Entrepreneurs Cea-Pme, la Confederazione europea della Piccola e media industria, ha sottoscritto un documento di supporto per la proposta italiana.
Auto elettrica non in discussione
Il non paper si pone l’obiettivo di riesaminare le modalità che porteranno allo stop ai motori endotermici nel 2035. Termine e target che non vengono messi in discussione. I Paesi chiedono inoltre di anticipare anche la revisione degli standard di emissione dei veicoli pesanti, attualmente fissata al 2027. Il documento pone l’accento anche sull’importanza di adottare il principio di neutralità tecnologica, così come auspicato dal Report Draghi, aprendo così la strada a una gamma più ampia di soluzioni per l’alimentazione a basse emissioni dei veicoli. Obiettivo: un calcolo delle emissioni alternativo, che permetterebbe di sostenere la competitività dell’industria europea, salvaguardando al contempo i posti di lavoro e promuovendo un approccio tecnologico diversificato.
Serve una vera autonomia strategica nelle tecnologie green, a partire dall’approvvigionamento di materie prime critiche indispensabili per la produzione di batterie elettriche e per il consolidamento della filiera industriale del continente.