Europa spaccata in due sulle emissioni delle auto. Da una parte, il Gruppo Volkswagen. Dall’altra, il Gruppo Stellantis. Di che si parla? Se la media delle emissioni del venduto è troppo alta, l’Ue appioppa multe pesantissime alle Case. Allora, l’Acea (costruttori europei) ha chiesto a Bruxelles misure di alleggerimento dagli obiettivi più severi sulle emissioni di CO2 che entreranno in vigore il 1° gennaio, citando la forte riduzione della domanda di veicoli elettrici. Il settore sta anche esortando la Commissione europea ad anticipare le revisioni pianificate della regolamentazione sulle emissioni di CO2 all’anno prossimo dal 2026 al 2027.
Acea non è riuscita a richiedere l’uso di una regolamentazione di emergenza per ritardare di due anni le norme che mirano a un’emissione della flotta di circa 95 grammi di CO2 per chilometro per veicolo. Luca de Meo, presidente Acea e ceo del Gruppo Renault, ha parlato apertamente della necessità di flessibilità nell’implementazione di norme più severe, affermando che potrebbero costringere l’industria a interrompere la produzione di circa 2 milioni di auto o essere esposta a multe che potrebbero raggiungere circa 15 miliardi di euro.
Richiesta VW
Il ceo del Gruppo VW Oliver Blume, a capo del più grande Gruppo automobilistico europeo, ha chiesto che l’obiettivo del 2025 venga modificato: “Non ha senso che l’industria debba pagare sanzioni quando le condizioni quadro per l’aumento dei veicoli elettrici non sono in atto”, ha detto agli investitori a marzo.
La risposta di Stellantis
Il ceo di Stellantis Carlos Tavares, che gestisce il secondo Gruppo automobilistico in Europa dopo Volkswagen, ha affermato che gli obiettivi dovrebbero rimanere in vigore: “Ora, mancano alcuni mesi all’inizio della gara, e qualcuno dice, aspettate, cambiate le regole”, ha detto Tavares ai giornalisti a Torino il 17 settembre. Anche se ci sarà un ritardo negli standard, ha detto, “il problema del riscaldamento globale è ancora qui”. Chi è quel qualcuno? È Blume di VW.