Tachigrafo: la polizia scova in Italia una truffa hi-tech

Tachigrafo
Image by Robert Fotograf from Pixabay

Il tachigrafo serve a registrare i dati relativi alla marcia dei mezzi commerciali e industriali, oltre ai tempi di guida dei loro conducenti. Purtroppo c’è chi lo altera, mettendo a rischio la sicurezza degli operatori e degli altri utenti della strada. La polizia mucipale di Trento Monte Bondone ha pizzicato un camionista che, sul suo autoarticolato con targa polacca, faceva uso di una chiavetta usb in grado di modificare il segnale satellitare. Una soluzione hi-tech e molto raffinata, per uno scopo censurabile e illecito: quello di aggirare le norme vigenti.

In passato, alcuni conducenti di mezzi pesanti cercavano di ottenere lo stesso risultato con trucchi della “nonna”, di taglio artigianale. Oggi, a quanto pare, degli specialisti sono corsi in loro “aiuto” per alterare il funzionamento del tachigrafo, con software sofisticati, in modo da non far emergere le operazioni extra di cabotaggio stradale, i mancati riposi, i turni di lavoro più lunghi del dovuto. Il tutto con gravi rischi per la sicurezza stradale e con forme di concorrenza sleale ai danni degli operatori sani, che non fanno bene al mercato.

Per fortuna la polizia è riuscita a scovare uno di questi “furbetti”, facendogli pagare un conto molto salato. In casi del genere sono previste multe fino a 2.400 euro e la sospensione della patente fino a 3 mesi, con decurtazione di 10 punti dalla stessa. A queste sanzioni vanno sommate quelle, evenuali, di carattere penale, e le spese di ripristino dell’impianto tachigrafico, quantificate in una cifra nell’ordine dei 2.000 euro.

Il timore è che il trucco della chiavetta usb sia abbastanza diffuso. Quello di Trento è il primo caso pizzicato in Italia. Vista la difficoltà di rilevare a distanza il congegno alterante, che riesce a bloccare e modificare il segnale satellitare Gnss (Global navigation satellite system), si impone una soluzione tecnologica di contrasto, adeguata al tenore della sfida lanciata da alcuni autotrasportatori. Occorre sviluppare al più presto, per le forze dell’ordine, qualche aggeggio in grado di rilevare a distanza la presenza di questo sistema alterante.

Fonte | Uomini e Trasporti

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