Ok, in tanti sostengono che Tesla offra prestazioni da supercar, ma qui si è un po’ esagerato, giusto un po’! Sul sito ufficiale dell’azienda è stato attribuito un prezzo monstre alla Tesla Model Y Long Range, la versione ad alta autonomia della compagnia texana, pari a due milioni di dollari (1,9 milioni di euro). Oltretutto, non è un’edizione limitata né annovera delle dotazioni aggiuntive.
A questo punto, resta da capire come l’errore (perché non può essere altrimenti) abbia avuto luogo. La tesi più probabile vuole che sia accaduto qualcosa di simile al pasticcio dello scorso gennaio. All’epoca l’intera gamma venne venduta sempre nel Paese dell’Est Europa a cifre astronomiche. Pensate che la cifra minima da corrispondere era di 228.840 euro (242.394 dollari), necessari ad acquistare una Model 3 WD. Allora il mistero venne presto svelato: avevano applicato il prezzo nella valuta nazionale e cambiato il simbolo con quello dell’euro.
Tesla Model Y sul mercato a 2 milioni di euro: c’è un chiaro motivo dietro
In tale circostanza, però, nemmeno tale spiegazione basterebbe. Difatti, la Tesla Model Y LR è venduta in Romania a 270 mila RON (leu rumeni) nella valuta locale. Sarà davvero interessante scoprire cosa sia avvenuto tra le fila del marchio, reduce da un periodo di particolare spolvero. Con il deciso taglio dei prezzi di listino avviato a inizio anno, le immatricolazioni sono aumentate in misura esponenziale. Il punto massimo lo ha toccato proprio la Tesla Model Y, il modello più venduto in assoluto nel mondo nel primo semestre. Mai una vettura elettrica aveva tagliato un traguardo del genere, a riprova del forte appeal suscitato sui conducenti.
Senza volerle togliere nulla, i due milioni di dollari richiesti vanno oltre il buon senso. E dubitiamo che qualcuno sia disposto ad accettare tali condizioni. Prima il pasticcio verrà corretto, prima la situazione tornerà alla normalità. Intanto, ci toccherà fantasticare sulle cause del clamoroso refuso. Di recente, proprio la Tesla Model Y LR ha avuto dei problemi in Cina, dove per le difficoltà legate alla catena di approvvigionamento i tempi previsti di consegna sono cresciuti.