Torna la mitica Jaguar C-type che trionfò con la Ecurie Ecosse

Jaguar C-Type Ecurie-Ecosse
Jaguar C-Type Ecurie-Ecosse

Correva l’anno 1952 e un giovane Ian Stewart si presentava come pilota della Ecurie Ecosse, storica scuderia scozzese presente in Formula 1 e a Le Mans. Stewart aveva da poco visitato la Jaguar Cars a Coventry per ritirare la nuovissima C-type. Il suo obiettivo sarebbe stato affrontare la spietata concorrenza di Aston Martin e Frazer Nash. Quando la prima gara fu vinta con distacco, si aprì il primo capitolo glorioso della carriera automobilistica internazionale della Ecurie Ecosse. Cosa è rimasto di allora?

L’Ecurie Ecosse ha ottenuto molti successi in pista, la bacheca dei trofei mette in bella mostra ben 59 podi. Le conquiste sono avvenute a bordo dei sette telai C-Type guidati dal team negli anni. L’ingegnosa messa a punto da parte del team manager “Wilkie” Wilkinson e una meticolosa pianificazione del fondatore David Murray, hanno dimostrato quanto la Jaguar C-Type potesse giocarsi le sue carte. In effetti, dimostrò di essere molto capace sulla scena internazionale, costituendo di fatto l’inizio di un’eredità che avrebbe portato a innumerevoli vittorie. Tra i grandi successi si ricorda il coronamento al circuito di Sarthe.

La Jaguar C-Type era un vero capolavoro. La prima auto da corsa rifinita grazie al lavoro nella galleria del vento, la prima a utilizzare serbatoi di carburante a “sacchetto” (direttamente dal mondo dell’aviazione). È stato anche il banco di prova per i rivoluzionari freni a disco Dunlop. Il telaio in acciaio costituiva la spina dorsale di quest’auto. La carrozzeria invece era leggera e in alluminio, con una struttura sottile e aerodinamica progettata da Malcolm Sayer, e il motore era un Jaguar sei cilindri in linea.

E oggi? Ecurie Ecosse ha creato una nuova vettura per rendere omaggio al loro successo passato. L’attuale patron dell’Ecurie Ecosse, Alasdair McCaig, afferma: “Quale modo migliore per celebrare lo storico successo delle C-type che produrre un lotto di automobili in loro onore? I sette inestimabili telai che gareggiarono in quell’epoca esistono ancora oggi, custoditi dai loro fortunati proprietari. Vedono occasionalmente la luce per gare o concorsi. Rendiamo omaggio a queste vetture creando per ciascuna una vettura gemella numerata. Meticolosi nei dettagli, come i loro antenati, costruiti a mano a Coventry e messi a punto dai tecnici Ecurie Ecosse”.

Infatti, sono rimasti tutti gli elementi chiave che hanno contribuito al successo della Jaguar da corsa degli anni ’50. allo stesso tempo, ci sono dei miglioramenti ponderati. Rimane la forma aerodinamica, ancora realizzata in lega di alluminio e montata su un telaio in acciaio, ma è più larga e rigida di prima. È stata tagliata al laser per la massima precisione e rimane anche anche il musicale motore Jaguar XK sei cilindri in linea. La capacità, però, è stata aumentata a 4,2 litri e la potenza è salita fino a 300 CV.

Le sospensioni e i freni a disco sono potenziati per far fronte alle prestazioni aggiuntive e troviamo in aggiunta un cambio a cinque velocità per massimizzare l’accelerazione e la velocità massima. I sedili avvolgenti realizzati a mano sono rivestiti in morbida pelle blu di Crest e gli scudi Ecurie Ecosse aerografati manualmente adornano i fianchi dell’auto.

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