Se il buongiorno si vede dal mattino, per la Volkswagen ID.7 si preannunciano tempi bui. La berlina elettrica, non ancora offerta né in Europa né negli Stati Uniti, è disponibile per il pre-ordine in Cina. Tuttavia, la reazione del pubblico locale è stata piuttosto fredda. Infatti, nelle prime 72 ore ha accumulato soltanto 300 ordini, e nessun concessionario è riuscito a piazzarne due o più. In un Paese dove i pre-ordini delle auto di maggior successo raggiungono migliaia di unità nei primi giorni, questi numeri lasciano molto a desiderare. Non è un buon momento per la Casa di Wolfsburg. Lo sappiamo noi e lo sanno, soprattutto, i vertici dell’azienda.
Volkswagen ID.7, “rifiutata” dai conducenti cinesi: solo 300 ordini nelle prime 72 ore
Il numero uno del marchio, Thomas Schafer, è altrettanto consapevole della necessità di dare una svolta positiva. Crede che sia l’unico modo per riportare l’azienda alla leadership globale. Per tale motivo, nei giorni scorsi è stato annunciato l’addio al pannello centrale tecnologico. Dopo le numerose critiche ricevute dalla ID.3, i pulsanti fisici torneranno a far parte dell’abitacolo. Questa politica sarà applicata a tutti i modelli della gamma, inclusa la ID.2, la city car a zero emissioni in arrivo nel 2025 il cui prezzo di listino partirà da circa 25 mila euro.
Il debutto della Volkswagen ID.7 in Cina, riferito da CarNewsChina, è stato un bel colpo amaro da affrontare. La testata ha contattato CarFans, un’agenzia specializzata nella ricerca sui consumatori, per capire cosa abbia finora trattenuto i potenziali acquirenti. Una delle principali critiche riguarda la dotazione di bordo, ritenuta troppo scarsa. In particolare, suscita opinioni negative la necessità di ordinare separatamente alcuni contenuti premium ritenuti indispensabili, come i sedili riscaldati. Mentre in passato le aziende europee dominavano il mercato cinese, oggi le realtà locali fanno sul serio, soprattutto nel settore dell’elettrico. Secondo VW, ci vorranno almeno due o tre anni per colmare questo divario.