Alfa Romeo Alfasud Sprint: motori boxer, design di Giugiaro

Alfa Romeo Alfasud Sprint

L’Alfa Romeo Alfasud Sprint fu prodotta dal 1976 al 1989. Questa coupé sportiva guadagnò un grande successo, grazie alle linee eleganti, decise e fluide disegnate da Giorgetto Giugiaro, uno dei grandi maestri dello stile italiano. Con una lunghezza di 4920 mm, una larghezza di 1620 mm e un’altezza di 1305 mm, si proponeva alla clientela del “biscione” con dimensioni compatte, molto apprezzate in quegli anni.

Il modello giunse in listino per prendere il posto della “vecchia” GT Junior. La spinta era inizialmente affidata a un motore a quattro cilindri boxer da 1.286 centimetri cubi, che erogava una potenza massima di 76 cavalli a 6.000 giri al minuto. Nel 1978, questa unità propulsiva fu rimpiazzata da una nuova coppia di boxer, con cilindrate di 1.351 e 1.490 centimetri cubi. La potenza crebbe rispettivamente a 79 cavalli a 6.000 giri al minuto e 84 cavalli a 5.800 giri al minuto.

Nel 1979 fu introdotta l’Alfa Romeo Alfasud Sprint Veloce, con un’ulteriore evoluzione motoristica. Grazie all’aumento del rapporto di compressione, la potenza crebbe a 86 cavalli sull’unità da 1,3 litri e a 95 cavalli su quella da 1,5 litri. Qualche anno dopo, nel 1983, fu introdotta l’Alfa Romeo Sprint, senza il nome Alfasud nella sigla. La finitura metallica lasciò spazio ad elementi in plastica. Il design non ne risentì più di tanto.

Giunse sul mercato la versione 1.5 Quadrifoglio Verde, con motore da 1.490 centimetri cubi, in grado di erogare una potenza di 105 cavalli a 6.000 giri al minuto. I dischi anteriori divennero ventilati e l’assetto subì delle revisioni. La fisionomia dei cerchi, lo spoiler posteriore, le modanature laterali e lo scudetto Alfa in tinta verde resero immediatamente riconoscibile questo allestimento che, nel 1987, divenne ancora più vigoroso, grazie all’arrivo di un’unità propulsiva da 1.712 centimetri cubi e 118 cavalli, che prese il posto del cuore precedente. Poi vennero l’iniezione elettronica e il catalizzatore. Il segno di una mutata coscienza ambientale, nella parte finale del ciclo produttivo di questo modello. Ormai il congedo della piccola coupé era dietro l’angolo.

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