Aston Martin rinvia la prima elettrica al 2027: focus sulle ibride Plug-in

Aston Martin ha annunciato di aver rinviato la sua prima auto elettrica al 2027, nel frattempo il focus si sposterà sulle Plug-in.
Aston Martin logo

Aston Martin ha rinviato la sua prima auto elettrica al 2027 ed ha annunciato che punterà maggiormente sui modelli ibridi Plug-in. Il presidente Lawrence Stroll ha raccontato inoltre che fino a quando sarà permesso dalle normative, la casa automobilistica continuerà a produrre veicoli con motore endotermico. In attesa di lanciare la prima auto elettrica, il brand si concentrerà su veicoli ibridi Plug-in.

Aston Martin rinvia di 2 anni la sua prima auto elettrica per concentrarsi sulle ibride Plug-in

Lawrence Stroll Aston Martin

Secondo il presidente di Aston Martin, la tecnologia Plug-in continuerà ad ottenere buone vendite fino almeno al 2035 quando, in teoria, le normative diventeranno più restrittive. Stroll ha rivelato ai microfoni di Auto Car che i clienti del brand hanno richiesto alle concessionarie “suoni e odori”, indicando la preferenza dei motori endotermici piuttosto che elettrici.

Tuttavia, la strategia di elettrificazione del brand prosegue e Aston Martin prevede di lanciare quattro modelli elettrici, tra cui una GT, un SUV, un crossover e una supercar con motore centrale. Queste elettriche arriveranno sul mercato dopo il 2027, un ritardo di 2 anni rispetto alla tabella di marcia prevista inizialmente dall’azienda.

Lawrence Stroll ha dichiarato che al momento la domanda di auto elettriche di lusso è molto bassa, per questo motivo si è deciso di rinviare il debutto della prima auto elettrica del brand. I futuri veicoli con tecnologia ibrida Plug-in monteranno un V8 e saranno di origine Mercedes-AMG. Ma non è finita qui, poiché Stroll ha annunciato anche l’arrivo di un modello con un V12 ibrido. Nelle ultime settimane sono tante le case automobilistiche che stanno rivedendo le proprie strategie, rinviando i propri modelli elettrici a causa della domanda di mercato sempre più bassa. Una problematica di cui ha parlato di recente anche Luca Di Meo, CEO del Gruppo Renault, che ha chiesto all’Unione Europea di fare la sua parte in questa transizione.

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