Orribile 2024 in Italia per l’auto elettrica: quota BEV al 4,2%, pari a quella del 2023. Un fenomeno di nicchia, più che altro per chi ha la wallbox. A nostro giudizio, i numeri sarebbero peggiori senza le autoimmatricolazioni delle Case: km 0. Il market share full electric da noi è un quinto della media europea. Quali i guai?
Gli ostacoli italiani per l’auto elettrica
In Italia, veri incentivi pro elettrico di cinque anni; negli altri Paesi sono stati in vigore per 15 anni. A prescindere dal governo: di destra o sinistra, comunque la politica è una delusione. Il Regolamento Ue 2019 imponeva colonnine elettriche veloci in grande quantità, a livello capillare. Invece siamo a 30.000 circa per 60.000 punti, quasi sempre lente, e il 20% scollegate. Il costo della ricarica pubblica è folle. Accessibilità e interoperabilità delle infrastrutture di ricarica: siamo a livelli disastrosi. Imposizione fiscale da paura. Così, il parco elettrico circolante è di 277.365 unità nello Stivale: pochissime. Tesla salva un po’ tutti col suo ecosistema straordinario di Supercharger, ma siamo lontani dalla macchina elettrica per chiunque.
Un 2025 da paura per l’auto elettrica in Italia
Per quest’anno, senza ecobonus lato domanda, e senza bandi efficaci per costruire colonnine elettriche veloci ed efficienti ovunque, le vendite resteranno bassissime in Italia. Facciamo una pessima figura in Europa. Nei 12 mesi, le ECV (BEV elettriche e PHEV ibride plug-in) da noi raggiungono solo il 7,5% del mercato (BEV 4,2% e PHEV 3,3%), ben al di sotto del Regno Unito al 28,2% (BEV 19,6% e PHEV 8,6%). Ma anche di Francia: 25,4% (BEV 16,9% e PHEV 8,5%). E Germania: 20,3% (BEV 13,5% e PHEV 6,8%). Nonché della Spagna: 11,4% (BEV 5,6% e PHEV 5,8%).