Nel mondo in continua evoluzione delle auto elettriche, un nuovo e promettente sviluppo sta prendendo forma sul fronte delle batterie. BYD, secondo costruttore mondiale di “auto alla spina”, dopo Tesla, ha siglato recentemente un accordo con il marchio cinese Huaihai Holding Group, specializzato in scooter e veicoli elettrici di piccolo taglio, per la produzione di batterie agli ioni di sodio.
Non è passato molto tempo da quando, negli scorsi mesi, la specifica divisione di BYD, battezzata FinDreams, ha siglato un’intesa con Huaihai per la costruzione di un impianto di produzione di batterie al sodio in Cina. Ora un nuovo passo viene compiuto in quella direzione.
Se la formula avrà successo, potrebbe essere messo in discussione l’attuale dominio di mercato delle batterie agli ioni di litio, che hanno, in pratica, monopolizzato la scena fino ad oggi. Per riuscire nell’impresa, i marchi protagonisti dell’intesa puntano su due elementi: la riduzione dei costi e il contenimento dell’impatto ambientale.
Le credenziali sono più che valide. BYD, fra l’altro, è anche uno dei principali produttori di batterie al mondo. Quindi, la sua esperienza in materia è fuori discussione. Ora le due aziende firmatarie dell’intesa sono pronte ad introdurre sul mercato degli EV compatti ed economici dotati di batterie agli ioni di sodio.
Ad aprire le danze sarà una versione speciale del Seagull EV, con un prezzo di listino presunto nell’ordine degli 11 mila dollari. Siamo su cifre da endotermiche. Basterà questo per superare le attuali diffidenze verso le auto elettriche da parte della clientela? Sarà la storia a dare una risposta.
Il sodio è decisamente più abbondante in natura rispetto al litio. Anche se la sua densità energetica è minore, questo elemento chimico offre un migliore funzionamento alle basse temperature e garantisce un numero maggiore di cicli di ricarica. Inoltre, costa decisamente meno, anche per la più facile reperibilità in natura. Poi le batterie che ne fanno uso sono più sicure di quelle agli ioni di litio ed occupano un volume inferiore. La miscela sembra quella giusta per i veicoli di piccole dimensioni. Basterà a decretarne il successo?