Bentley Continental Supersports: l’auto che si ricollegò al DNA agonistico del marchio

Bentley Continental Supersports
Foto Bentley

La Bentley Continental Supersports del 2009 era una versione speciale ad alte prestazioni della Continental GT. Alto il suo vigore dinamico, in linea con la tradizione del marchio di cui si fregia.

Anche se è stata una delle case preferite dall’alta aristocrazia, Bentley vanta una tradizione agonistica di tutto rispetto, che il sodalizio con Rolls-Royce aveva fatto sbiadire. Per fortuna, sotto la nuova gestione, l’istinto atletico tornò a galla, dentro forme di gusto fortemente british. La Continental Supersports fu la prova migliore del recupero genetico.

Quella presentata al Salone dell’Auto di Ginevra del 2009 era la versione più veloce della serie, grazie ai 630 cavalli erogati dal propulsore FlexFuel, una tecnologia estesa poi ad altri modelli della gamma. La Bentley Continental Supersports può essere usata solo a benzina o a biocarburante, ma si può optare per una serie infinita di combinazioni intermedie, con un vasto range di modalità di esercizio. Nella migliore delle ipotesi si tagliano fino al 70% le emissioni del 12 cilindri biturbo da 6 litri, mettendo a tacere le coscienze ecologiche.

I rilievi prestazionali non ne risentono. Anzi, questa vettura, al momento del debutto, aveva guadagnato la corona di più veloce della famiglia. L’impianto di alimentazione rileva il rapporto della miscela nel serbatoio e garantisce valori di coppia e potenza invariati, a prescindere dal dosaggio del carburante. Per gli amanti delle cifre diciamo che la velocità massima è di 329 km/h, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 3.9 secondi. A limare qualche decimo nell’accelerazione provvede il cambio Quickshift, i cui passaggi sono molto rapidi.

Poche granturismo riuscivano a muoversi con lo stesso ritmo, negli anni in cui era in listino. Il merito non andava solo del motore, ma derivava da un pacchetto di interventi che snellivano il corpo di quasi 100 chilogrammi. La cura dimagrante passava dall’uso di materiali a basso peso specifico nell’abitacolo, nelle ruote e nei freni. Anche la scomparsa dei sedili posteriori contribuiva alla causa della leggerezza. Dentro spariva la classica radica, rimpiazzata da ampie distese di fibra di carbonio. Sul piano estetico le modifiche erano abbastanza evidenti e davano il senso del trapianto ormonale.

Il muso sfoggiava prese d’aria verticali poste alle estremità del paraurti. Nel cofano spuntavano due grossi sfiati, che aumentavano la carica di aggressività. La calandra anteriore, i cerchi, le cornici dei fari e dei finestrini erano in acciaio fumé di colore scuro, per dare un tono più forte rispetto alle classiche cromature.

Sempre sul fronte estetico si nota la presenza di passaruota allargati, per ospitare delle gomme più generosamente dimensionate. L’impianto frenante esercita con dignità la sua azione, facendo leva su 4 dischi in carboceramica uniti ai sistemi di controllo ABS ed ESP. Il prezzo era in linea con le prestazioni, quindi fuori dalla portata dei comuni mortali.

NotizieAuto.it fa parte del nuovo servizio Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellinaClicca Qui!