La Commissione Europea, come già di certo ben saprete, ha stabilito che a partire dal 2035 sarà impossibile mettere in commercio i veicoli endotermici. Dunque, sia la benzina sia il diesel ci diranno addio, a meno che non si tratti degli e-Fuel.
Dopo un serrato braccio di ferro con la Germania, le autorità comunitarie hanno concesso il loro benestare, mentre in merito ai biocarburanti hanno finora espresso opinione contraria. Un duro colpo da incassare per il Governo italiano, il quale puntava parecchio su tale formula.
Lo sviluppo e le tipologie di biocarburanti
Oltretutto, le probabilità di fumata bianca parevano piuttosto buone, dato lo stato avanzato di sviluppo, in rapporto ai carburanti sintetici. I dati parlavano e parlano chiaro, non solo per quanto riguarda la nostra penisola e il Vecchio Continente, bensì a livello globale. Ad esempio, pure nei Paesi sudamericani, dove la Fiat ha un ruolo da protagonista assoluta, vengono spesso adoperati a mo’ di additivi. E lo stesso si può dire a proposito degli Stati Uniti, che è a sua volta uno dei principali consumatori, insieme ai Paesi scandinavi.
Certi Costruttori continuano a credere nelle relative potenzialità, tipo la Toyota, che ha adattato la gamma dei mezzi commerciali Proace, mentre il gasolio in forma vegetale ha esordito entro i nostri confini in 50 stazioni Eni. Il “no” delle istituzioni ha dato adito a polemiche e sospetti, ma la battaglia non è ancora finita. Lo ha detto chiaro e tondo Matteo Salvini, pure in occasione dell’Automotive Dealer 2023, appena andato in scena a Verona.
Allo stato attuale delle conoscenze, i biocarburanti sono suddivisibili in quattro differenti macro-classi, vale a dire:
• biogas;
• biodiesel;
• bioalcoli;
• bioidrogeno.
Certi composto hanno una lunga storia, altri sono stati da poco introdotti. Uno dei principali pregi riconosciuti dagli addetti ai lavori è il loro basso costo, a fronte di una spiccata efficienza. Tuttavia, ci sono pure dei punti critici, come, ad esempio, l’emissione, seppur contenuta, di anidride carbonica e gli effetti sull’agricoltura.