La BMW M5 è, senza dubbio, una delle migliori berline sportive mai arrivate sulle strade del mondo. Di generazione in generazione, dalla prima del 1987 fino ad oggi, parliamo di un’auto capace di offrire velocità e divertimento in un modo unico. La maggior parte delle altre quattro porte non riesce spesso a raggiungere un livello simile, fatto di fedeltà a un modo di costruire auto. Ebbene, ecco come ogni versione dell’M5, diversissime e tutte bellissime, si è confrontata l’una con l’altra in una serie di gare di resistenza e potenza.
A metterle tutte insieme per questo maxi confronto estremo è il canale YouTube di Carwow. I creator del canale sono riusciti a riunire esempi di serie e in buone condizioni di ogni tipo di M5. Tutte sono state utili per dare spettacolo ma anche per confermare quanto fascino riescono a esprimere anche a molti anni di distanza.
La location della sfida è un aeroporto chiuso, utilissimo per vedere come si sarebbero accumulati “massacrate” l’una contro l’altra nel mezzo miglio e in grandi spazi disponibili. La strada a disposizione, però, non era abbastanza ampia da mettere in fila tutte le BMW insieme, quindi le auto hanno corso due alla volta, dalla più vecchia alla più nuova.
Mentre la M5 ha sempre utilizzato la stessa formula a quattro porte con motore di grandi dimensioni, la potenza e il peso sono aumentati continuamente, di aggiornamento in aggiornamento del nuovo modello costruito. Questo significa che le auto successive hanno sempre vinto. Ma il testa a testa più emozionante è stato il confronto di accelerazione della E39 contro la E60, in special modo per la musica del V-8 e del V-10 aspirati naturalmente.
L’unica gara “imprevista” è quella di resistenza che vede una E60 contro la BMW F10. L’F10 riesce a far “saltare in aria” il suo albero di trasmissione quando va per lanciarsi, e diventa improvvisamente inguidabile. La gara valida alla quale si sottoporrà la E60 sarà dunque contro la moderna F90 M5. Difficile in ogni caso stabilire quale M5 possa essere una papabile preferita.
