Chery, niente Italia: la prima fabbrica europea aprirà in Spagna?

Chery avrebbe scartato l’Italia e preferito la Spagna per ospitare il primo stabilimento europeo dell’azienda.
Chery

Nelle ultime settimane si era parlato delle trattative tra Chery, casa automobilistica cinese, e il governo italiano per aprire uno stabilimento in Italia e portare nel Bel Paese una casa automobilistica da “affiancare” a Stellantis. Secondo quanto riportato da Automotive News Europe, l’azienda cinese sarebbe vicina ad un accordo con il governo spagnolo ed EV Motors, che sta conducendo le trattative, per aprire il suo primo stabilimento europeo in Spagna.

Chery, abbandonate le trattative con l’Italia? Accordo vicino con la Spagna

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Il Ministero dell’Industria della Spagna ha dichiarato che nei prossimi giorni l’accordo potrebbe essere formalizzato, menzionando anche lo stabilimento che potrebbe essere utilizzato dalla società. Chery potrebbe infatti produrre i suoi veicoli all’interno della fabbrica di Barcellona utilizzata in passato da Nissan, al momento controllata proprio da EV Motors. La società locale intende produrre all’interno di questo stabilimento pickup e furgoni elettrici sotto il marchio Ebro, in aggiunta ai veicoli di un partner come Chery.

La riapertura dello stabilimento, che con l’entrata di Chery arriverebbe a produrre a pieno regime, garantirebbe il lavoro a ben 1.600 dipendenti. La casa automobilistica cinese non ha voluto commentare la notizia, ma tra pochi giorni scopriremo se realmente verrà trovato l’accordo. Secondo quanto riportato dalla fonte, Chery avrebbe ricevuto pochi feedback dalle autorità italiane e, per questo motivo, avrebbe preferito la Spagna.

Se così fosse, l’Italia perderebbe un ottimo candidato, il preferito dal governo italiano che punta a superare un milione di auto prodotte all’anno tra gli stabilimenti di Stellantis e quelli di un secondo costruttore. Nelle scorse settimane il Governo italiano aveva menzionato come possibili candidate proprio Chery, BYD e Tesla. Tuttavia, BYD ha già avviato i lavori per la sua prima fabbrica europea in Ungheria. Non resta che attendere ulteriori novità sulla questione e scoprire se, alla fine, il governo italiano riuscirà davvero a portare un secondo costruttore nel nostro paese.

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