Pechino comanda in lungo e in largo nel campo dell’auto elettrica: padrona assoluta e totale della filiera, dai minerali alle batterie. Allora i Gruppi cercano di liberarsi disperatamente del Dragone, così da non esserne dipendenti. Ci prova anche Stellantis: per le batterie delle sue BEV statunitensi userà grafite sintetica.
Problema: l’ex Celeste Impero rifornisce direttamente o indirettamente il 90% del mercato globale di grafite. Cos’è? Un materiale chiave per gli anodi delle batterie al litio. In ogni accumulatore, abbiamo tra i 50 e i 100 kg. Il Regno di Mezzo gode per l’incompetenza Ue che s’è suicidata mettendosi nelle mani del Paese della Grande Muraglia.
Cosa fa il Gruppo guidato da Tavares
Dal 2026 al 2031, i fornitori di celle del gruppo di Tavares riceveranno tra le 86.250 e le 115.000 tonnellate di grafite sintetica da Novonix. Questa è una multinazionale australiana specializzata nella produzione di nuovi materiali per le batterie. Non si sa nulla di prezzi e quantità. Sarà felice il futuro presidente Usa Trump, visto che l’impianto è a Riverside, negli Stati Uniti: finanziato in parte dal governo Usa con oltre 200 milioni di dollari, si attiverà nel 2025 e avrà una capacità di 20 mila tonnellate annue. Una seconda fabbrica aprirà nel sud-est del Paese con una capacità iniziale di 30 mila tonnellate annue, per poi arrivare a 75 mila. C’è fame di batterie efficienti, per sconfiggere la potentissima armata orientale.
La Cina resta un leader mostruoso
Un passo avanti per staccarsi dal monopolio commerciale della Cina. Non resta che il 90% dei materiali che invece continuano a provenire dalla Cina. Prossimo step, il litio americano usato dalle batterie cinesi, come quello dell’Arkansas, i cui diritti di estrazione sono stati recentemente acquisiti dalla ExxonMobile.
O zuppa o pan bagnato
La grafite sintetica come viene prodotta? Non si sa. Neppure quali materiali si usano né l’impatto ambientale. L’auspicio è che non si utilizzino derivati da combustibili fossili. Inoltre, se Stellantis non dipende più dalla Cina, allora poi dipende dagli Usa. Insomma, il sogno della totale autonomia nell’elettrico è destinato a restare tale.