Costo dell’energia stellare senza il gas russo: guai per l’auto in Italia

Col costo dell’energia che s’impenna, sono guai per il settore auto nel nostro Paese.
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Costo dell’energia: ecco uno dei guai principali messi in evidenza dai Gruppi auto per spiegare la crisi di produzione e di vendita. Adesso, in Italia, dove Stellantis fa fatica, le cose possono peggiorare. Perché? Facile: il primo gennaio 2025 ha segnato una data storica per il mercato energetico europeo. Per la prima volta dal 1984, l’Europa non riceverà più gas russo attraverso i gasdotti ucraini. Kiev non rinnova il contratto per la fornitura di gas con Gazprom, l’azienda statale di Putin.

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Punzione a Mosca

Noi europei inoltre vogliamo punire Mosca, la quale nel 2022 ha invaso il vicino: le forniture che già negli ultimi due anni si sono ridotte molto: l’Europa è passata dal ricevere il 40% del suo gas da Mosca a importarne l’8%. Ora, compriamo il gas da altri. Ossia dalla ricchissima Norvegia. Dagli Usa (gas naturale liquefatto GNL). Per quanto possibile, dove possibile, è stata potenziata la produzione di energia domestica dove possibile. Ci sarebbe in ballo al rigassificazione di Piombino: prendiamo liquido e trasformiamo in gas, ma con costi elevati e con rischi ambientali di vario genere tutti da scoprire.

Ucraina più povera

L’Ue – anche sottraendo soldi all’auto, come in Italia – dà tanti quattrini all’Ucraina. Che – senza gas russo – perde un miliardo di euro l’anno in diritti di transito. Pertanto, meno denaro per loro, e chissà magari in futuro maggiori sacrifici Ue a beneficio di Kiev. Eppure sia Bruxelles sia Zelensky reputano che le scelte siano corrette. Politici del Qatar sbalorditi: innanzi a un loro tentativo di intermediazione a ottobre 2024, un glop totale.

Trionfo dell’auto in Ungheria

Ecco perché la Cina non ci fila: qui da noi l’energia costa troppo. Sia il gas sia l’elettricità. Quindi, niente Case auto cinesi. L’Ungheria di Orban ha individuato una rotta alternativa nel TurkStream-Balcan Stream: prende sempre gas dalla Russia, e tutti i cinesi vogliono investire a Budapest. Vedi BYD, che aggirerà anche i dazi auto elettriche Made in China. Disastro Slovacchia: in arrivo un aumento dei costi per 177 milioni di euro, come forniture alternative. Transnistria, regione separatista moldava da sempre filo-russa, nei guai fino al collo: zero riscaldamento, zero acqua calda.

La Russia ha altri acquirenti

In silenzio, Mosca trova altri acquirenti per il gas: vedi la Cina anzitutto. In cambio, Pechino chiederà di non interferire in certe manovre politiche coi vicini. Di fronte a una porta che si chiude (l’Ue), un portone che si spalanca. 

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