Da luglio stop alle auto cinesi? L’Europa verso nuovi dazi

L’Europa sta valutando l’introduzione di nuovi dazi doganali sulle auto elettriche cinesi già da luglio: i motivi del provvedimento
BYD Yuan Up

I marchi di auto cinesi hanno aumentato esponenzialmente la propria presenza in Europa nel corso del 2023. Ai 23 già presenti se ne sono aggiunti altri sette, confermando le elevate ambizioni della Repubblica del Dragone, pronta a prendersi la ribalta mondiale. I numeri la premiano, aumentate del 79% a 322.000 unità rispetto a dodici mesi prima, pari a una quota di mercato del 2,6%. In termini assoluti, le rappresentanti del Paese orientali costituiscono una nicchia, ma il trend invita a tenere alta la guardia. Ne hanno parlato apertamente pure vari capi d’industria, compreso Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, reduce da un accordo con Leapmotor, le cui vetture potrebbero essere costruite a Mirafiori.

Dazi sulle auto cinesi: luglio è il mese decisivo

BYD Yuan Up

Il successo conseguito dalle auto cinesi ha acceso un faro sui sussidi di Pechino ai propri brand. La Commissione UE, guidata dalla presidentessa Ursula von der Leyen, ha annunciato l’apertura di un’indagine nel settembre 2023 circa presunte politiche di dumping. Stando ad Automotive News Europe, la conclusione dell’inchiesta è prevista per novembre. Poi l’organismo comunitario potrebbe imporre nuovi dazi doganali, anche se forse li anticiperà mediante una misura provvisoria già a luglio. I precedenti inducono ad adottare la massima prudenza, in quanto ci sarebbero delle analogie con il settore dei pannelli fotovoltaici. Tramite una politica di prezzi aggressiva, le start-up continentali sono state costrette a soccombere. E consentire un bis in un comparto tanto significativo spaventa le istituzioni locali.

BYD

L’ente sostiene di avere abbastanza prove per dimostrare che la fabbricazione auto cinesi tragga giovamento da sovvenzioni illecite. La Camera di Commercio cinese presso l’UE si è difesa, evidenziando l’incremento della domanda di full electric quale fattore principale dell’incremento delle importazioni. Al di là dei dazi, l’ascesa rischia di avere delle ulteriori conseguenze. Tra le manovre in atto vi è l’apertura di stabilimenti da parte delle aziende cinesi in Europa. BYD ha già comunicato un progetto in Ungheria, mentre SAIC sta valutando un futuro impianto per MG.

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