Buone notizie: Dacia, Leapmotor e Volkswagen riducono i prezzi di listino delle auto nuove elettriche. Tutto nasce dalle multe di 16 miliardi che l’Ue darà alle Case troppo inquinanti. Più le vetture vendute sporcano (emissioni di CO2), più alte le probabilità di subire sanzioni da Bruxelles. Allora, serve immatricolare tante full electric a prezzi bassi. E poche auto a benzina e diesel, che avranno prezzi più alti: in questo modo, il consumatore scappa e si rifugia nella macchina a batteria. Decisive anche le promo mensili con finanziamenti a tassi ridotti.
Dacia Spring giù di 2.000 euro in Francia
Il marchio Dacia del Gruppo Renault ha tagliato il prezzo della minicar elettrica Spring di 2.000 euro in Francia. Leapmotor e VW hanno anche abbassato i prezzi per i principali veicoli elettrici poiché i nuovi obiettivi di CO2 entreranno in vigore quest’anno. La Casa romena ha risposto alle vendite stagnanti di veicoli elettrici in Europa. Questa mossa strategica sui prezzi evidenzia una tendenza più ampia tra i produttori di automobili europei, che si stanno sempre più rivolgendo agli sconti come strategia per soddisfare i rigorosi obiettivi sulle emissioni dell’Unione europea, dice la Reuters.
Nicchia elettrica
La riduzione mira ad affrontare la sfida rappresentata dal fatto che solo il 13% dei veicoli venduti in Europa tra gennaio e novembre 2024 erano elettrici, non raggiungendo così l’obiettivo di un quinto richiesto per evitare sanzioni sostanziali. Il panorama competitivo per i veicoli elettrici in Europa è sottolineato dal nuovo prezzo di Dacia, che riduce il divario con la cinese Leapmotor. Il modello T03 di Leapmotor, al prezzo di 14.900 euro dopo un taglio di 4.000 euro, mantiene la sua posizione di veicolo elettrico più economico della regione sostiene indexbox.
Europa in ritardo
L’Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e alla Cina nell’innovazione dei veicoli elettrici ed è diventata il più grande mercato di esportazione di veicoli elettrici della Cina. La doppia pressione delle aziende occidentali che trasferiscono gli impianti di produzione nel Paese del Dragone e delle aziende cinesi che guardano all’Europa per vendere veicoli elettrici rischia di interrompere la filiera automobilistica europea. Poiché il settore automobilistico genera il 7% del prodotto interno lordo (Pil) dell’Ue e circa 14 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti, qualsiasi minaccia al settore dovrebbe essere presa sul serio. Il Celeste Impero è diventato il principale produttore di veicoli elettrici al mondo negli ultimi anni.