Ferrari 400 Superamerica: la supercar Anni ’50 da 3 milioni di euro

400 Superamerica

Soffermarci sul valore specifico del Cavallino Rampante nell’industria dei motori è superfluo. Per lei parlano gli straordinari traguardi raggiunti nel corso dei suoi decenni di attività, sia a livello di auto immessa sul mercato, tipo la Ferrari 400 Superamerica di cui oggi parliamo, sia di successi nel motorsport.

Il 2023 ripropone la Rossa sul circuito delle competizioni di resistenza. Il podio centrato al debutto in questa nuova era, alla storica 1000 Miglia di Sebring, apre sotto le migliori avvisaglie. Meno entusiasmante è stato, invece, il via alla stagione 2023 di Formula 1.

Finora la monoposto sviluppata dagli uomini di Frederic Vasseur (che ha preso il posto di Mattia Binotto a gennaio) non ha convinto nessuno. Lo stesso team principal nonché i piloti, Charles Leclerc e Carlos Sainz, hanno ammesso di avere tra le mani un veicolo insufficiente. A ogni modo, il fascino della Casa nel mondo resta immutato. I capolavori a quattro ruote sfornati in passato ne giustificano la reputazione. E con la Ferrari 400 Superamerica siamo davanti all’eccellenza assoluta.

Ferrari 400 Superamerica: un capolavoro di estetica e meccanica bramata da ogni collezionista

400 Superamerica

Lanciata nel 1959, il veicolo era spinto da un dodici cilindri da 4 litri sviluppato da Colombo e freni a disco. La rombante coupé aerodinamica, concepita in pieno stile Pininfarina, raccolse l’eredità della 410 uscente ed ebbe il merito di tenerne alta la bandiera. L’obiettivo commissionato alla squadra di lavoro consisteva nel forgiare un qualcosa di unico, all’altezza delle aspettative. Ciascuna proposta immessa in commercio aveva dei tratti unici, a sottolineare la personalità distintiva dei proprietari.

Ferrari 400 Superamerica di colore rosso

Difatti, se la accaparrarono alcuni dei massimi esponenti della società di allora. Figure illustri come il padre fondatore della compagnia Enzo, Gianni Agnelli, le famiglie reali europee e i divi del cinema. Nel corso del quinquennio di vita la catena di montaggio fece uscire in totale 47 esemplari a passo corto e lungo. A causa dell’estrema rarità, i collezionisti se la contendono selvaggiamente: nelle ultime aste il valore ha veleggiato intorno ai 2,7-2,8 milioni di euro.

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