La Ferrari 499P numero 51, vincitrice della 24 Ore di Le Mans del centenario, lo scorso anno, è ora proposta in scala 1:8 da Amalgam Collection, insieme alla sorella numero 50 che si aggiudicò la pole position. Nell’edizione 2023 della sfida della Sarthe, la vettura cui si ispira il modello di cui ci occupiamo in questo post tagliò per prima la linea del traguardo, riportando il “cavallino rampante” al trionfo assoluto nella regina delle gare endurance.
Come al solito, l’atelier inglese stupisce per la fedeltà della riproduzione, quasi impossibile da distinguere dall’auto reale in assenza di riferimenti dimensionali. Non potrebbe esserci complimento migliore. Previsti soli 499 esemplari, in linea con la sigla della Hypercar da corsa emiliana. Il prezzo di ciascuno di essi è all’altezza dell’esclusività e della perfezione artigianale e qualitativa: 18.250 euro.
Ogni modello è costruito e assemblato a mano da un piccolo team di artigiani, utilizzando materiali della migliore qualità e migliaia di parti progettate con precisione. Per ottenere il livello di perfezione del prodotto finale, si è fatto uso, anche in questo caso, dei progetti CAD originali e delle specifiche, anche sui materiali, fornite dalla casa di Maranello.
La Ferrari 499P numero 51, riprodotta in scala 1:8 da Amalgam Collection è un’autentica meraviglia. Riproduce alla perfezione il modello che ha riportato le “rosse” al trionfo assoluto nella 24 Ore di Le Mans, al rientro nella categoria regina dell’endurance dopo 50 anni di assenza. Così il nome della casa di Maranello è tornato nell’albo d’oro della prestigiosa sfida transalpina.
Ad alternarsi al volante della Ferrari 499P numero 51, nella maratona francese, ci hanno pensato Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovanazzi, che hanno piegato la concorrenza, regalando al “cavallino rampante” un risultato storico, che riallaccia i fili con la storia più nobile del marchio. L’ultima vittoria assoluta di un’auto emiliana risaliva al 1965, quando gli onori della gloria andarono alla 250 LM condotta da Jochen Rindt e Masten Gregory.
Fonte | Amalgam Collection