La Ferrari F512M è stata l’ultima discendente della stirpe Testarossa. Sul piano stilistico è anche la meno entusiasmante, perché la ricerca di un look ancora più sfacciato ha compromesso il perfetto equilibrio espressivo della progenitrice e della successiva 512 TR, che ha rimpiazzato.
Pochi gli esemplari in cui ha preso forma. Ciò pesa sulle sue quotazioni, superiori a quelle delle sorelle che, però, nel cuore della gente hanno un posto ben più rilevante. La presentazione del modello avvenne al Salone di Parigi del 1994. Nella parte finale della sigla campeggia la lettera M, che sta per modificata. Un modo per illustrare la sua natura.
Fra i cambiamenti più vistosi, i fari anteriori carenati, l’aggiunta delle prese d’aria NACA sul cofano, il taglio completamente diverso del paraurti anteriore e i gruppi ottici posteriori rotondi e gemellati. Non fu un bel guadagno estetico, ma il modello fece dei progressi in termini aerodinamici e prestazionali.
La Ferrari F512M ospita sotto il cofano posteriore un V12 da 5.0 litri, che eroga una potenza massima di 440 cavalli e una coppia di 500 Nm. Numeri in crescita rispetto a prima, grazie fra l’altro all’albero motore alleggerito, alle bielle in lega di titanio e ai nuovi pistoni. Il ruggente cuore permette all’auto di scattare da 0 a 100 km/h in soli 4.7 secondi, per fiondarsi verso una punta velocistica di oltre 315 km/h.
La cilindrata generosa e il know-how ingegneristico delle corse hanno creato una preziosa sinfonia di prestazioni ed emozioni, anche sonore. A contrastare la foga dinamica del modello provvede un sistema frenante che fa meglio il suo dovere rispetto a quello della Testarossa, garantendo un controllo superiore e una migliore resistenza alla fatica.
Il telaio della Ferrari F512M è a traliccio di tubi d’acciaio. Offre adeguati livelli di rigidità, garantendo un’esperienza di guida estremamente coinvolgente, anche se i limiti dell’auto sono accessibili a pochi. Gli interni regalano un perfetto dosaggio di lusso e sportività. Tutto è focalizzato sulla guida, quindi ogni elemento che potesse distrarre è stato escluso dalla tela concettuale. Il ciclo produttivo del modello si chiuse all’inizio del 1996. Solo 501 esemplari presero forma. Dopo di lei giunse la 550 Maranello, che riportò il 12 cilindri in posizione anteriore, tra le vetture della gamma “ordinaria”.