Fiat Argenta: un’auto priva di mordente

Fiat Argenta
Foto Fiat

La Fiat Argenta, prodotta dal 1981 al 1985, è stata una berlina di classe medio-alta che ha faticato a competere con le auto tedesche e francesi dello stesso segmento di mercato. Le poche risorse a disposizione rimaste, in un piano strategico quasi totalmente focalizzato su altri modelli (Fiat Uno in primis), non lasciavano margini per la creazione di un’auto completamente nuova. Quindi i progettisti furono costretti a tarpare le ali alla fantasia, limitandosi a un profondo restyling della 132, che sentiva già il peso degli anni.

La linea dell’Argenta non era molto seducente e gli interni, per quanto più al passo coi tempi, avevano scarsa sintonia con il cuore della gente. Poche le possibilità di successo del modello: il progetto nacque già vecchio. I numeri confermarono la fredda accoglienza del pubblico, che non diede particolari prove d’affetto nei suoi confronti.

La Fiat Argenta fu così relegata al ruolo di auto di transizione, in attesa della successiva Croma, frutto di un progetto completamente nuovo. A pesare negativamente sulle sorti del modello ci pensarono anche le prestazioni non all’altezza della concorrenza, la tenuta di strada approssimativa sul bagnato e l’alto consumo di carburante.

Gamma dei motori dell’Argenta

La berlina torinese era disponibile con diverse unità propulsive: 1600 da 98 cavalli di potenza, 2000 i.e. da 122 cavalli e 2500 Diesel da 72 cavalli. Poi fu il turno del nuovo 2500 Turbo D, versione sovralimentata del motore diesel, da 90 cavalli: una novità per la Fiat. Anche le versioni più potenti non erano in grado di garantire performance all’altezza.

Solo la “SX“, equipaggiata con un 2 litri a benzina, dotato di compressore volumetrico, regalava numeri più interessanti, coi suoi 135 cavalli, ma questo allestimento giunse quando ormai il modello era al tramonto.

Anche se la Fiat Argenta non ha avuto successo commerciale e non è riuscita a farsi spazio tra le concorrenti, si è ritagliata un posto nella storia, essendo stata, fino ad oggi, l’ultima vettura di grande serie a trazione posteriore della casa torinese. Conserverà ancora a lungo il privilegio? Difficile dirlo, ma anche questa caratteristica non le ha regalato un posto nell’apparato emotivo del pubblico.

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