Fisker: accordo con Nissan per scongiurare il fallimento?

Fisker e Nissan in trattative per evitare il fallimento della prima. Un accordo potrebbe salvarla e aprire le porte a un nuovo pick-up EV.
Fisker Pear

Che ne sarà di Fisker? Il futuro della casa automobilistica è avvolto nella totale incertezza. Venerdì ha ammesso che potrebbe essere condannata al fallimento, data l’immane perdita riportata nel 2023, pari a oltre 463 milioni di dollari. Tuttavia, ora si palesa una via di salvezza, sotto forma di una grande compagnia del settore automotive con cui è in trattativa.

La scommessa di Nissan: puntare su Fisker per conquistare il mercato delle auto elettriche

Fisker Pear

I portavoce evitano di indicare quale sia il costruttore in questione, tuttavia, stando ad alcune indiscrezioni e un’inchiesta avviata da Reuters, si tratterebbe di Nissan. Le due realtà sarebbero in “trattative avanzate” ed entro la fine del mese potrebbero sottoscrivere un accordo. Le indiscrezioni riferiscono di un investimento di oltre 400 milioni di dollari sostenuto dalla realtà nipponica nella piattaforma per il pick-up elettrico Alaska. Il veicolo verrebbe costruito presso un impianto Nissan negli Stati Uniti, il che aprirebbe alla possibilità di realizzare un altro esemplare a zero emissioni sulla medesima base.

Fisker Kayak

Comunque, la situazione attuale è parecchio critica tra le fila di Fisker, le cui elevate ambizioni hanno finito per essere notevolmente ridimensionate dalla dura realtà. La compagnia ha da poco tagliato il 15% della sua manodopera, schiacciata dai costi produttivi. Attualmente la realizzazione del SUV Ocean, il modello di punta di Fisker, è affidata a Magna-Steyr. Lo scorso anno sono stati realizzati 10.193 esemplari, ma appena 4.929 sono stati consegnati alla clientela. Le restanti sono state rinviate al primo semestre del 2024. Nella tabella di marcia rivista di Fisker, da 20.000 a 22.000 Ocean saranno recapitate agli acquirenti nell’anno, ma il raggiungimento dell’obiettivo pare di difficile concretizzazione alla luce delle difficoltà finanziarie e dei ritardi nelle consegne.

L’esperienza e le risorse di Nissan potrebbero consentire di conferire quel cambio di passo così necessario per evitare la chiusura definitiva. Anche se forse meno entusiasmante di un progetto indipendente, le circostanze di forza maggiore inducono a mettere da parte un approccio troppo dogmatico.

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