Gruppo Volkswagen, profondo rosso: allarme in Germania

Il gruppo Volkswagen continua a passarsela male: tra la concorrenza cinese e il boom della Tesla, nulla sembra andare per il verso giusto.
Sede Volkswagen Group

Ahi ahi, gruppo Volkswagen! Abituato a guardare tutte da lassù, il conglomerato si trova in una fase davvero complicata nel corso della sua storia. Da tempo immemore non lo si vedeva annaspare così tanto, addirittura dallo scandalo Dieselgate, scoppiato nel 2005. Congedato senza l’onore delle armi il precedente top manager Herbert Diess, chi ne tira le redini è oggi Oliver Blume. Una “promozione” guadagnata sul campo, a suon di brillanti risultati portati alla Porsche (comunque ancora diretta). Sin dal giorno uno gli è toccato un compito ingrato, come quello di riorganizzare l’intera macchina.

Gruppo Volkswagen: quando tutto va storto

Sede Volkswagen Group

Le ruote dell’ingranaggio facevano fatica ovunque, a cominciare da due aspetti cruciali nell’epoca attuale quali il digitale e l’elettrico. In nessuno dei due ambiti il gruppo Volkswagen si è dimostrato abbastanza competitivo. E la lentezza nell’adattarsi al cambiamento la sta pagando oggi e con tanto di interessi. Spedito in Cina per controllare in quale situazione versassero le compagnie nazionali, un membro fidato del conglomerato è tornato a Wolfsburg con cattive notizie. Nella terra dei dragoni vanno forte e, anche se l’Unione Europea ha da poche ore comunicato l’apertura di indagini circa delle presunte manovre sleali, il loro futuro pare roseo.

Volkswagen

Inoltre, come se ciò non fosse abbastanza, il gruppo Volkswagen ha un’altra bella gatta da pelare: la concorrenza della Tesla. Attraverso la guerra dei prezzi avviata a inizio anno, il Costruttore texano ha guadagnato consensi nel panorama globale. E oggi ha una quotazione di Borsa superiore a VW, malgrado quest’ultima dichiari maggiori immatricolazioni, comunque inferiori rispetto alle aspettative di inizio anno. Allora ci si aspettava di arrivare alle 9,5 milioni di unità entro la fine del 2023, mentre adesso si pensa, nella migliore delle ipotesi, a una cifra compresa tra i 9 e i 9,5 milioni di esemplari.

I ritardi, intanto, si accumulano: l’inondazione della fabbrica slovena di KLS Ljubno, uno dei maggiori partner, ha complicato ancor più la situazione.

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