Qualche settimana fa, una Honda NSX di prima generazione è passata di mano a soli 8500 dollari. Starete pensando che l’acquirente abbia fatto l’affare della sua vita, ma non è proprio così. L’auto, infatti, ha trascorso due decenni a mollo, come un pesce in un acquario, dopo essere stata rubata nel 2003. Quindi, al momento della vendita, era una specie di relitto, ma ora può rinascere a nuova vita, come l’Araba Fenice.
Il problema è nei costi da sostenere per il recupero, che potrebbero rendere poco vantaggiosa l’impresa, rispetto ai prezzi di mercato di un esemplare in ottimo stato. L’obiettivo dell’acquirente è quello di rimetterla in sesto e di farla funzionare nuovamente. Al momento due sono le opzioni al vaglio: un restauro completo, secondo i crismi dell’originalità, o la trasformazione in un’auto da pista, con licenze molto più ampie.
Il compito, in entrambi i casi, sarà arduo, perché quasi tutto dovrà essere sostituito o pesantemente rifinito. A prescindere dalla scelta, si profila uno sforzo titanico, ma è necessario affrontarlo, per dare un senso all’acquisto. Speriamo, in futuro, di conoscere l’esito di questa storia, anche sul piano delle spese sostenute.
Ricordiamo che la Honda NSX prima serie fu prodotta a partire dal 1990. L’obiettivo dei progettisti era quello di dare del filo da torcere alla auto sportive europee, punto di riferimento della specie. Ecco perché nella messa a punto del modello fu coinvolto anche un certo Ayrton Senna. Sul piano ingegneristico, la casa giapponese fece appello alle esperienze maturate nel mondo delle corse.
La spinta faceva capo a un motore aspirato da 3.0 litri di cilindrata, che sviluppava una potenza massima di 274 cavalli, per uno scatto da 0 a 100 km/h in 5.7 secondi e una velocità massima di 270 km/h. Le prestazioni erano al top, soprattutto sul piano dell’handling, grazie alla robustezza del telaio e al perfetto bilanciamento dell’auto, che divenne un punto di riferimento sul piano delle doti dinamiche. Oltre ad essere molto incisiva in pista, la Honda NSX garantiva una perfetta guidabilità quotidiana. Rispetto alle dirette rivali era anche più versatile.
Fonte | Road and Track