Ci siamo: il 21 dicembre 2024, per festeggiare i 10 anni di attività, il Gruppo cinese NIO lancerà il marchio low-cost Firefly. Tutto in regola, tutto lecito a livello di naming, ma dove abbiamo già sentito questo nome? Risposta: il motore FireFly (con la seconda F maiuscola) era un GSE, Global Small Engine fatti da FCA Italy e FCA US a partire dal 2016. Ossia una famiglia di motori termici a benzina a quattro tempi alternativi con due possibilità: a tre o a quattro cilindri in linea. Erano propulsori in linea verticali con monoblocco in alluminio, da piazzare davanti di traverso.
Low-cost per il Vecchio Continente
I modelli NIO Firefly si posizioneranno sul mercato con prezzi aggressivi: definibili low-cost. Sebbene l’asticella si sia alzata. Una volta, le Dacia erano veramente a basso prezzo. Adesso, se si parla di macchine attorno a 20 mila euro, siamo nel low-cost. Tutti sviluppati espressamente per l’Europa. Qualcuno pensa a citycar elettriche, in modo da restare entro limiti ragionevoli di prezzo per battagliare specie contro Renault, Tesla e Volkswagen.

Punto di forza: cambio batteria
Il Gruppo NIO è noto per il cambio degli accumulatori: battery swap. Una sorta di pieno al in meno di quattro minuti. Anche i Firefly dovrebbero beneficiare di questa tecnologia, e quindi essere particolarmente appetibili. In questo modo, si stoppa l’obsolescenza precoce dei mezzi a corrente.