Di male in peggio per l’auto: il 12 novembre è saltato il tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro. I rappresentanti dei lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione. Sempre più tesi i rapporti tra due soggetti: uno, i sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm; due, le associazioni datoriali Federmeccanica e Assistal. In ballo, il rinnovo del contratto collettivo nazionale di oltre 1,5 milioni di lavoratori (è scaduto lo scorso giugno). Una rottura totale. Perché? Perché non ci sono soldi, le prospettive sono nere, il futuro fa paura. Alla faccia della transizione dell’auto elettrica che doveva portare all’utopia del mondo perfetto.
Quanti soldi chiedono
Le tre sigle hanno chiesto aumenti di 280 euro mensili in tre anni sui minimi per il livello medio. Le associazioni datoriali hanno proposto di confermare l’aumento definito in base all’inflazione (Ipca-Nei); e di allungare dal 2027 al 2028 la vigenza del contratto. Ossia 173,37 euro in quattro anni. Sindacati inferociti: “Grave è la volontà di Federmeccanica e di Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale, che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni ma tutto legato all’andamento dell’inflazione”.
Mosse “insignificanti”
“Insignificanti”, a loro dire, le risposte su: stabilizzazione dei precari, riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore, welfare, previdenza, formazione, inquadramento professionale, salute, sicurezza, appalti. Secondo l’industria invece per un livello C3 nel periodo 2025-2028 si può arrivare a 7.010 euro, compresi gli incentivi sui flexible benefit. Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm hanno abbandonato il tavolo. Per la prossima settimana uno sciopero di otto ore in tutte le aziende metalmeccaniche; più il blocco delle flessibilità e degli straordinari.
Schiaffo tedesco
In Germania invece si sorride. L’IG Metall ha raggiunto un accordo per un aumento dei salari in due scaglioni per un totale del 5,1%. Più un adeguamento al rialzo permanente dell’indennità aggiuntiva concordata collettivamente: incremento salariale del 5,5%. I sindacati chiedevano il 7% per dodici mesi. Sono inoltre incluse disposizioni per 230 mila apprendisti: 140 euro in più al mese. L’accordo riguarda ben 3,9 milioni di lavoratori dell’industria manifatturiera tedesca: Mercedes-Benz e BMW. Il Gruppo Volkswagen tratta da sempre un accordo separato e ora è alle prese con guai interni. Storicamente, il sindacato tedesco è fortissimo e temutissimo. A differenza di altri.