Incentivi Ue solo per le aziende che producono batterie auto elettriche col minor numero di componenti cinesi

Scelta particolare e tardiva di Bruxelles per limitare l’invasione cinese.
batteria elettrica

Dopo aver spalancato le porte alla Cina col bando termico 2035, ora l’Unione europea cerca soluzioni (oltre ai dazi) per arginare il Dragone: darà incentivi solo alle aziende che producono batterie auto elettriche col minor numero di componenti cinesi. Le società elette riceveranno un miliardo di euro in tutto. Così da potenziare la produzione e le catene di fornitura locali.

Gli elementi chiave

Nelle batterie, l’Ue cercherà catodi, anodi e materiali non Made in China. Inoltre, sarà richiesto anche un trasferimento di know-how: i nuovi brevetti derivanti dai progetti premiati dovranno essere registrati negli Stati membri dell’Ue. Di qualità non si parla in modo molto dettagliato. Appare scontato che efficienza, sicurezza, durata, autonomia, resistenza agli incendi delle batterie fatte nel Vecchio Continente siano almeno pari a quelle degli accumulatori concepiti da Pechino.

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Un bel guaio

Con un certo ritardo, ci si accorge ora che il Regno di Mezzo è una potenza sconfinata nell’elettrico, nella filiera della batteria, controllando estrazione e miniere a livello planetario. Nel 2024, se la giocano numerosi player del Paese della Grande Muraglia, con CATL e BYD che fanno la voce grossa. Il colosso Build Your Dreams poi piazza l’ambo: unico produttore di auto elettriche al mondo che fa e vende batterie al litio. Non lamentiamoci se la China Automotive Battery Innovation Alliance ci osserva sorridendo. Per la cronaca, a fronte del miliardo Ue, secondo le stime del Center for Strategic and International Studies, tra il 2009 e il 2023, il settore EV e delle batterie nella nazione orientale ha beneficiato di 230 miliardi di dollari di sussidi.

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